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Ucraina: Prighozin ci ripensa, 'avremo munizioni per Bakhmut'

Tensione tra jet russo e polacco, Frontex sospende voli

(dell'inviato Stefano Intreccialagli)

Prima sbraita, insulta, annuncia il ritiro e il cambio coi ceceni di Kadyrov, "l'operazione 'Tritacarne Bakhmut' del gruppo Wagner è stata completata". Poi arriva la promessa delle tanto attese munizioni. E così sembra pronto a tornare sui suoi passi il cuoco di Putin Yevgeny Prigozhin, dopo giorni di rotta col ministero della Difesa russo tanto da minacciare di portare via i suoi mercenari dallo scontro nella città simbolo della guerra più feroce in Ucraina.
    Ora però c'è la parola di Mosca sull'arrivo di "munizioni e armi quante ne abbiamo bisogno per continuare ulteriori azioni".
    Tutto pare risolto quindi - almeno per ora - tra gli invasori sul fronte orientale, mentre continuano gli attacchi ucraini in Crimea e sul territorio russo all'indomani del tentato assassinio dello scrittore nazionalista russo Zakhar Prilepin.
    Intanto, torna alta la tensione sul mar Nero dopo che un aereo polacco in missione per Frontex è stato intercettato da un caccia russo, arrivando a rischiare la collisione. Una vicenda che ha spinto l'agenzia Ue a sospendere i voli di pattugliamento sul bacino, fino a quando non sarà assicurata la sicurezza delle operazioni.
    Che la faccenda dello scontro tra Prigozhin e il ministro della Difesa russo Sergei Shoigu potesse rivelarsi tutt'altro che chiara, gli ucraini lo ripetono da giorni, mentre riferiscono che "a Bakhmut, i russi hanno aumentato l'intensità dei bombardamenti e e sperano ancora di catturare la città entro il 9 maggio", la Giornata della Vittoria ormai alle porte che Mosca sarebbe lieta di festeggiare con una vittoria sul campo.
    Il litigio interno ai russi è buono solo a "distogliere l'attenzione", secondo il consigliere presidenziale ucraino Mykhailo Podolyak, per il quale "la cosa principale è la calma prima della tempesta, l'accumulo di armi e la distruzione delle retrovie russe". Il riferimento è alla controffensiva, sulla quale c'è il massimo riserbo perché "non vogliamo preparare la Russia su come e in quali direzioni andremo", ha spiegato il presidente Zelensky in una intervista al Washington Post. "Credo che più vittorie avremo sul campo di battaglia, più persone crederanno in noi, il che significa che riceveremo più aiuto", ha aggiunto il leader ucraino, che attende ancora un'apertura degli alleati sui tanto desiderati caccia occidentali.
    Intanto, la Russia procede alle "evacuazioni" dagli insediamenti dell'oblast di Zaporizhzhia. Sono già oltre 1.500 le persone reinsediate, secondo il governatore filorusso Yevgeni Balitsky. Di "scene di panico e code di ore" parla invece il sindaco ucraino della città occupata di Melitopol, Ivan Fedorov, che lancia l'allarme sul rischio di provocazioni russe per incolpare gli ucraini. E nella regione resta alta la preoccupazione per la centrale nucleare di Zaporizhzhia: "La situazione generale intorno all'impianto sta diventando sempre più imprevedibile e potenzialmente pericolosa", ha lanciato l'allarme il direttore dell'Aiea, Rafael Grossi. "Sono estremamente preoccupato per i reali rischi per la sicurezza nucleare che l'impianto deve affrontare. Dobbiamo agire ora", è l'ennesimo appello del funzionario, "per prevenire la minaccia di un grave incidente nucleare e le relative conseguenze per la popolazione e l'ambiente. Questo grande impianto nucleare deve essere protetto". 
   

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