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Polonia, l'opposizione filo-Ue verso la maggioranza

Polonia, l'opposizione filo-Ue verso la maggioranza

Il PiS è primo ma non basta. Tusk esulta: 'Sconfitti i populisti'. I complimenti di Weber e Prodi

BERLINO, 17 ottobre 2023, 15:39

di Rodolfo Calò

ANSACheck

Donald Tusk © ANSA/EPA

Donald Tusk © ANSA/EPA
Donald Tusk © ANSA/EPA

    Anche al termine dello spoglio del 100% dei voti delle elezioni parlamentari in Polonia di domenica scorsa, si conferma che il partito nazionalista Diritto e Giustizia (Pis) guidato da Jaroslaw Kaczynski è arrivato primo, con il 35,38% dei voti, seguito dall'alleanza elettorale europeista Coalizione Civica (Ko) di Donald Tusk, che ha ottenuto il 30,70%. Ko è però la reale vincitrice dato che ha intenzione di coalizzarsi con due formazioni minori aggregando il 53,71% dei voti mentre il Pis è isolato. I dati sono riportati sul sito internet della Commissione elettorale nazionale polacca. 

   L'alleanza di centro-destra Terza Via, che ha dichiarato di volersi coalizzare con la  Ko, ha ottenuto il 14,40% e quella social-democratica La Sinistra, altro partner di Tusk, l'8,61%.  Il partito di estrema destra Confederazione, che non intende allearsi con il Pis, con il 7,16% è l'ultima delle cinque formazioni che hanno superato le soglie di sbarramento ed entrano nel Sejm, la decisiva Camera bassa del parlamento polacco. I risultati finali hanno uno scostamento massimo di meno di due punti rispetto all'exit poll di domenica sera.

   I dati definitivi confermano dunque che si tratta di una vera e propria svolta politica: Varsavia dovrebbe abbandonare la deriva sovranista e anti-Ue che l'ha caratterizzata per otto anni e ritornare ad un rapporto più conciliante con l'Unione europea. Nelle elezioni legislative, il partito conservatore e nazionalista Diritto e Giustizia (PiS) guidato da Kaczynski è arrivato primo come previsto, distanziando l'alleanza elettorale centrista ed europeista 'Coalizione Civica' (Ko) dell'ex presidente del Consiglio europeo Tusk, che potrebbe però contare su una maggioranza di 248 deputati al Sejm, la Camera bassa, considerando le alleanze con due partiti minori che si sono già dichiarati disposte a governare con lui.

    "Questo periodo cupo è finito, il regno populista di Diritto e Giustizia è finito", ha esultato Tursk ieri in serata davanti ai suoi sostenitori. "La Polonia ha vinto, la democrazia ha vinto", ha scandito evidentemente già sicuro del risultato. Anche se il presidente polacco Andrzej Duda dovrebbe affidare l'incarico esplorativo al partito vincitore delle elezioni, il PiS di Kaczynski e del premier uscente Mateusz Morawiecki potrebbe solo cercare di convincere i peraltro ufficialmente riluttanti estremisti di destra di Confederazione: il partito razzista, omofobo e intenzionato a tagliare gli aiuti militari all'Ucraina avrebbe però raccolto solo il 7% dei voti e quindi 12 deputati che porterebbero la coalizione di destra a controllare solo 212 parlamentari su 460.

Video Polonia al voto, Tusk: 'Ha vinto la democrazia'

 

    Tusk invece può già contare sulla neonata alleanza di centro-destra 'Terza Via, composta dal Partito popolare polacco, di orientamento agrario, e da Polonia 2050, che ha un programma simile a quella di Ko e che avrebbe raccolto il 13% e soprattutto ben 55 deputati. A questi si aggiungerebbero i 30 dell'alleanza social-democratica, filo-Ue e progressista La Sinistra, che avrebbe ottenuto l'8,6%. C'é però l'ultima incognita della soglia di sbarramento dell'8% per le alleanze contro cui rischia di andare a sbattere la Sinistra: se andasse sotto, farebbe confluire i propri seggi al PiS, in quanto vincitore ,in base alle norme elettorali polacche. Gli otto anni (dal 2015) in cui il PiS si è ripetutamente scontrato con l'Ue, che in questo braccio di ferro sta trattenendo fondi miliardari, sembrano comunque volgere al termine. L'Europa rimprovera all'attuale governo di Varsavia non solo le riforme che hanno politicizzato il sistema giudiziario e trasformato i media di proprietà statale in uno strumento di propaganda. Kaczynski e Morawiecki sono nel mirino anche per aver irrigidito ulteriormente la già severa legge anti-aborto e accusati di fomentare l'omofobia.

Video Il Ppe celebra Tusk: 'La Polonia ha scelto l'Europa'

 

     A trainare la probabile vittoria di Tusk è stata l'affluenza alle urne, quasi sicuramente record da quando la Polonia vota in democrazia. In campagna elettorale, Tusk aveva giurato di "riportare la Polonia in Europa" e di invertire quello che aveva descritto come il corso illiberale del Paese, promettendo una Polonia aperta al dialogo con l'Europa unita e il mondo, tollerante, fedele ai diritti degli uomini e donne, sensibile ai problemi climatici e rispettosa dello stato di diritto. "La maggioranza dei polacchi ha votato per il cambiamento. Vogliono una Polonia forte, stabile e orientata al futuro nel cuore dell'Ue. I polacchi hanno scelto lo stato di diritto, tribunali e media liberi, un esercito apolitico e la democrazia. Hanno scelto l'Europa", ha scritto in serata su X il gruppo del Partito popolare europeo (Ppe).

Video Polonia al voto per scegliere tra sovranismo e Ue

 

 

Weber e Prodi soddisfatti

   "Ottime notizie dalla Polonia. Il popolo polacco si è mobilitato in massa per aprire una nuova era per il Paese. Grandi complimenti al nostro amico Donald Tusk". Lo scrive su X il leader del Ppe, Manfred Weber. Successivamente, nella seduta di apertura della plenaria di Strasburgo, Weber ha sottolineato che "ieri c'è stata un'elezione storica in Polonia. I polacchi hanno votato per la speranza. Mi congratulo con Donald Tusk, che ora dovrà formare un governo che tutelerà gli interessi della Polonia e farà dello Stato un partner collaborativo con l'Ue. Tutti possiamo rallegrarci del fatto che la Polonia sia tornata". 

   E secondo l'ex premier Romano Prodi, anche se "prima di tutto bisogna aspettare i risultati definitivi" del voto,  "se i risultati
sono quelli che sembrano, abbiamo avuto un cambiamento enorme" e si tratta di "un messaggio importantissimo per l'Europa".  "La Polonia era la vera alternativa al progresso dell'Europa, assieme all'Ungheria, che ho sempre pensato molto più difficile da cambiare perché ha altre caratteristiche. In Polonia c'era un'opposizione forte, nessuno pensava che vincessero così in fretta ma si preparava questo cambiamento. Il fatto che sia avvenuto molto più rapidamente del previsto è qualcosa di nuovo, è un messaggio importantissimo per l'Europa, dà un'enorme speranza sul futuro".

   "La Polonia è un grande Paese - ha aggiunto Prodi - il governo di Kaczynski si era messo in tensione con tutti, compresa la Germania, non solo con la Russia ma con tutti i vicini. Adesso avremo una Polonia che collabora, il fatto che il prossimo probabile primo ministro", sia l'ex premier Donald Tusk che è stato "uno dei responsabili della politica europea è un cambiamento molto importante, anche simbolico". 

 

 

Mentzen, leader di Confederazione 'Un mio fallimento'

    Il leader del partito di estrema destra polacco Confederazione (Konfederacja), Slawomir Mentzen, ha detto che "questo risultato elettorale è il mio personale grande fallimento". 

   Confederazione, formazione razzista, omofoba, intenzionata a tagliare gli aiuti militari all'Ucraina e ai suoi profughi oltre a tasse e assistenza sociale, veniva dato come molto popolare fra i giovani ma a tre quarti dello spoglio dei voti sta ottenendo solo il 7%, in linea con l'exit-poll di ieri sera che gli attribuivano un 6%. E' l'ultimo dei cinque partiti e alleanze che dovrebbero entrare in parlamento e ha sempre dichiarato che non si sarebbe alleato con il Pis

Gli osservatori: 'Elezioni eque ma vantaggi al governo in campagna'

   "Le elezioni sono state competitive ma un uso improprio delle risorse pubbliche e la copertura distorta e apertamente schierata da parte dell'emittente pubblica ha fornito un chiaro vantaggio al partito al potere". È quanto dichiarano gli osservatori internazionali inviati in Polonia per monitorare il voto di ieri. La missione  comprendeva 154 osservatori provenienti da 44 paesi, di cui 33 esperti e osservatori a lungo termine inviati dall'Odihr, 94 parlamentari e personale dell'assemblea parlamentare dell'Osce e 27 dell'assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa.

   "Sebbene le libertà di associazione e di riunione siano state rispettate in una campagna pluralistica, essa è stata inficiata
dall'uso improprio delle risorse statali", dicono gli osservatori. "La sovrapposizione tra i messaggi della campagna elettorale del partito al potere e le campagne di informazione del governo, nonché delle aziende controllate dallo Stato e delle loro fondazioni, anche per quanto riguarda il referendum, ha dato un ulteriore vantaggio significativo al partito al potere", specificano.

  

Walesa 'Si è mobilitata la società civile'

   "Sono state elezioni molto importanti. Proprio per questo la società civile si è mobilizzata e ha partecipato con un'affluenza tra le più rilevanti". Così Lech Wałęsa, fondatore di Solidarność, presidente della Polonia dal 1990 al 1995 e vincitore del Premio
Nobel per la pace nel 1983, commenta le elezioni in Polonia intervistato da Marco Damilano a Il Cavallo e la Torre, in onda
stasera alle 20, 40 su Rai 3. 

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