Torna l'incubo di una catastrofe nucleare in Ucraina con il rischio che si verifichi un incidente nella centrale atomica di Zaporizhzhia, occupata dai russi poco dopo l'inizio dell'invasione due anni fa. In 24 ore infatti l'impianto è stato attaccato da diversi droni, uno dei quali in particolare ha impattato la struttura di contenimento del reattore numero 6, senza per fortuna causare danni critici. Mosca e Kiev si rimpallano le responsabilità ma il capo dell'Agenzia atomica internazionale (Aiea) Rafael Grossi non ha fatto sconti a nessuno: gli "attacchi sconsiderati" alla centrale "aumentano significativamente il rischio di un grave incidente nucleare e devono cessare immediatamente". Si tratta di "un'azione militare pianificata, gravissima", la prima dal novembre del 2022, ha denunciato ancora Grossi. Il danno "è serio, sono state prese di mira le installazioni di comunicazione, le apparecchiature di sorveglianza". Unanime la preoccupazione della comunità internazionale: il ministro dagli Esteri Antonio Tajani, tra gli altri, ha ammonito che "bisogna creare una zona franca attorno alla centrale" e che si deve "evitare un'altra Chernobyl". Mosca ha denunciato che "la responsabilità degli attacchi", definiti "terroristici", e le eventuali conseguenze "ricadono interamente sui Paesi che aiutano l'Ucraina".
Kiev ha rimandato al mittente: "La Russia sta intensificando una campagna di provocazioni e falsità", ha detto un responsabile, accusando i russi di attaccare il sito "fingendo che la minaccia provenga all'Ucraina". L'Aiea ha confermato che domenica le principali strutture di contenimento dei reattori della centrale avevano subito almeno tre attacchi diretti. Un drone, ha constatato il team di esperti dell'agenzia che da mesi monitorano la situazione sul terreno, ha colpito un camion che stazionava nei pressi di una mensa. A terra del sangue, segno che l'attacco ha causato almeno una vittima. Nelle ultime ore un altro drone kamikaze è stato abbattuto in volo, con i frammenti caduti sul tetto sempre del reattore numero 6. "Il livello di radiazioni è invariato. Nessuno è rimasto ferito", ha precisato un responsabile della centrale.
L'impianto è il più grande d'Europa, tra i primi dieci al mondo, un incidente potrebbe avere conseguenze mai viste dall'inizio dell'era nucleare. I sei reattori sono tutti spenti dall'inizio del conflitto, ma la centrale non è del tutto offline: il numero 4 infatti viene tenuto in uno stato di spegnimento a caldo perché fornisce energia anche alla vicina città di Enerhodar, dove sventola la bandiera russa. Con la fine della stagione invernale non è più necessario fornire energia per i riscaldamenti e l'Aiea spinge per lo spegnimento a freddo del reattore, procedura che garantisce maggiore sicurezza. In tutta l'area, riferisce ancora il team dell'agenzia atomica dell'Onu, da almeno una decina di giorni si percepisce una rinnovata attività militare, con i colpi di armi automatiche e di artiglieria che risuonano a distanza. I russi, denunciano le autorità ucraine, sono tornate oggi a prendere di mira un impianto industriale e un distretto nella città di Zaporizhzhia, decine di chilometri a nord della centrale, saldamente in mani ucraine. Il bilancio è di tre morti e diversi feriti. Il think tank Usa Institute for the Study of War intanto avverte che le truppe russe stanno accelerando le operazioni offensive lungo tutta la linea del fronte, con gli ucraini sempre più alle prese con la scarsità di munizioni. Come se non bastasse, Kiev denuncia che nelle ultime settimane la Russia ha colpito "fino all'80%" delle centrali elettriche convenzionali e la metà delle centrali idroelettriche "negli attacchi più pesanti dall'inizio della guerra". E in questo scenario bellico che appare sempre più critico, il comandante delle forze di terra ucraine Alexander Pavlyuk ha fatto appello all'arruolamento "perché è in gioco il destino del Paese".
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