"Su iniziativa del Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, i Leader G7 hanno adottato una dichiarazione con la quale annunciano l'accordo raggiunto per l'erogazione a favore dell'Ucraina di prestiti pari a circa 50 miliardi di dollari complessivi, a valere sui profitti derivanti dai beni sovrani russi immobilizzati". Lo annuncia la presidenza italiana del G7, sottolineando che "si tratta di un importante risultato che concretizza l'impegno assunto dal G7 a giugno in occasione del Vertice di Borgo Egnazia".
"Il nostro obiettivo è iniziare a erogare i fondi entro la fine dell'anno". Lo affermano i leader del G7 nella dichiarazione sul consenso raggiunto "su come fornire all'Ucraina circa 50 miliardi di dollari in prestiti 'Extraordinary Revenue Acceleration'". "Questi prestiti saranno erogati e ripagati a valere sui futuri flussi di entrate straordinarie derivanti dall'immobilizzazione dei beni sovrani russi, in linea con i rispettivi sistemi giuridici dei G7 e il diritto internazionale - si legge nella dichiarazione -. I proventi del prestito saranno erogati attraverso vari canali per sostenere l'assistenza finanziaria, militare e per la ricostruzione dell'Ucraina, in linea con tutte le leggi applicabili e i rispettivi sistemi giuridici dei membri del G7". "Il G7 rimane fermo nella sua solidarietà nel sostenere la lotta dell'Ucraina per la libertà, la sua ripresa e ricostruzione. Erogando un ingente finanziamento tramite i prestiti ERA per soddisfare le sue urgenti necessità, abbiamo ancora una volta chiarito il nostro incrollabile impegno a sostenere l'Ucraina per tutto il tempo necessario. Il tempo non è dalla parte del Presidente Putin". Lo affermano i leader del G7 nella dichiarazione sul consenso raggiunto "su come fornire all'Ucraina circa 50 miliardi di dollari in prestiti 'Extraordinary Revenue Acceleration'".
Vladimir Putin addossa a Kiev la responsabilità per la mancata apertura di negoziati concreti per mettere fine al conflitto. Le autorità ucraine, afferma il presidente russo, avevano inviato una proposta negoziale attraverso la Turchia a Mosca, che l'aveva "accettata", ma poi si sono tirate indietro. L'Ucraina non commenta, ma fa sapere che il presidente Volodymyr Zelensky ha rifiutato di ricevere il segretario generale dell'Onu Antonio Guterres, che voleva andare a Kiev dopo avere incontrato Putin a Kazan a margine del vertice Brics.
Con la sua visita il capo delle Nazioni Unite ha inflitto "un'umiliazione al diritto internazionale", ha detto un funzionario ucraino all'agenzia Afp, mentre infuria la polemica per la foto in cui Guterres sembra quasi fare un inchino mentre stringe la mano al leader del Cremlino. L'Ucraina rilancia intanto l'allarme sull'invio di militari nordcoreani in Russia, affermando che le prime truppe di Pyongyang saranno "schierate in combattimento già domenica".
L'intelligence di Kiev aveva detto in precedenza che le forze nordcoreane sarebbero state impiegate per respingere l'invasione di quelle ucraine nella regione russa di Kursk. Per quanto riguarda le mancate trattative, in un'intervista alla televisione di Stato Rossiya-1 Putin ha detto che Mosca aveva ricevuto un segnale da Kiev durante "un evento alle Nazioni Unite", forse l'Assemblea generale dell'Onu del mese scorso.
Secondo il capo del Cremlino, un consigliere del presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha telefonato da New York direttamente al consigliere presidenziale russo Yuri Ushakov trasmettendogli "una proposta a nome della parte ucraina". "Noi abbiamo accettato ma il giorno dopo il capo del regime ucraino (il presidente Zelensky, ndr) ha dichiarato pubblicamente che non ci sarebbero state trattative". Secondo il presidente russo, quello di Kiev è un "comportamento irrazionale e difficilmente prevedibile", che rende "impossibile fare alcun piano". Anche se, ha aggiunto, l'Occidente sta cominciando a valutare il conflitto in Ucraina in modo più "realistico", e per questo deve essere "elogiato".
Il consigliere turco, precisano le agenzie russe, era Ibrahim Kalin, portavoce di Erdogan fino al 2023 e attualmente capo dei servizi d'intelligence. Putin ha aggiunto che durante l'incontro bilaterale avuto mercoledì a margine del vertice Brics, Erdogan ha fatto nuove "proposte" per riprendere i negoziati sulla navigazione nel Mar Nero e "alcune altre questioni".
Probabilmente tra le "altre questioni" rientrano gli scambi di prigionieri, sulle quali Putin nutre delle "aspettative", secondo quanto riferito da Erdogan al rientro da Kazan. Le voci su possibili negoziati corrono parallele ai proclami di guerra. Putin ha detto che le forze russe sono all'offensiva lungo tutto il fronte, e hanno circondato 2.000 ucraini nella regione di Kursk.
Un'affermazione, quest'ultima, respinta come "palese disinformazione" dal comandante delle forze ucraine, Oleksandr Syrskyi. Quanto alle truppe nordcoreane che secondo gli ucraini dovrebbero essere impiegate proprio nel Kursk, né Putin né Pyongyang hanno smentito la notizia. "Se c'è una cosa del genere di cui parlano i media mondiali, penso che sia un atto conforme alle norme del diritto internazionale", ha dichiarato il vice ministro degli Esteri nordcoreano Kim Jong-gyu.
Il presidente russo ha invece richiamato, come aveva fatto ieri, l'articolo 4 dell'accordo di cooperazione militare bilaterale, aggiungendo che è una "decisione sovrana" della Russia decidere, insieme alla Corea del Nord, in quali casi e come attivarlo. Il Cremlino, tra l'atro, non ha escluso una visita a Mosca del leader nordcoreano Kim Jong-un il prossimo anno. Intanto l'agenzia di intelligence sudcoreana ha fatto sapere che una delegazione del governo di Seul sarà lunedì a Bruxelles per condividere informazioni con funzionari della Nato e della Ue sulle truppe nordcoreane in Russia.
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