La guerra in Ucraina va avanti con i russi in costante avanzata e con Kiev che resiste strenuamente ma a fatica. In questo scenario i riflettori della comunità internazionale restano accesi su Donald Trump, che tra due mesi inizierà a dettare la nuova linea degli Stati Uniti del post-Biden. Non a caso il neo segretario generale della Nato Mark Rutte è volato in Florida dal tycoon, per fare il punto sulle sfide della sicurezza che l'Alleanza sarà chiamata ad affrontare.
Al prossimo inquilino della Casa Bianca guarda con attenzione anche Volodymyr Zelensky. "Voglio vedere le sue proposte di pace", è linea del leader ucraino, improntata alla cautela: la sua speranza è che gli Usa non abbandonino Kiev, la preoccupazione invece è che Washington spinga per un cessate il fuoco anche al costo di pesanti rinunce territoriali da parte ucraina.
Il dossier ucraino è connesso all'impegno della Nato al fianco di Kiev, ma Trump ha sempre mostrato insofferenza verso i partner europei, accusandoli di spendere troppo poco per la difesa. In questo quadro Rutte ha deciso di incontrare subito il presidente eletto americano, per tentare di tenere il fronte atlantico unito. L'ex premier olandese, che con Trump ha avuto un buon rapporto durante il suo primo mandato alla Casa Bianca, nel faccia a faccia a Palm Beach ha sottolineato che la difesa dell'Ucraina è fondamentale per la sicurezza dell'Europa e degli Usa.
Per questo ha posto l'accento su quei Paesi che minacciano tale sicurezza "lavorando insieme contro l'Ucraina", come la "Corea del Nord, l'Iran e la Cina oltre alla Russia". Tutte queste sfide dovranno essere affrontare "collettivamente", con una rinnovata compattezza dell'Occidente, è stato il messaggio di Rutte, che ha incontrato anche il deputato Mike Waltz, il consigliere alla sicurezza nazionale scelto da Trump: un altro osso duro per Rutte, considerate le posizioni anti-Nato dell'ex berretto verde.
Anche Zelensky sa bene che le decisioni di Trump saranno determinanti per il futuro dell'Ucraina. Il leader ucraino, che con Joe Biden ha potuto contare su un massiccio sostegno economico e militare, aspetta di capire quali siano i piani del prossimo presidente. "Siamo aperti, penso che li vedremo a gennaio", ha spiegato Zelensky, lasciando aperta la possibilità che si possano creare le condizioni per "porre fine alla guerra".
Il suo timore è che Trump voglia congelare il conflitto lasciando ai russi i territori fin qui conquistati, offrendo in cambio generiche garanzie di sicurezza che non contemplino tuttavia l'ingresso di Kiev nella Nato. La posizione ucraina resta invece quella di una "Carta Onu" che tuteli l'integrità dell'Ucraina. Nel frattempo, Zelensky potrebbe avere a breve un interlocutore diretto dell'amministrazione Usa. Trump infatti avrebbe pensato a Richard Grenell, il suo ex capo dell'intelligence, come inviato speciale.
La crisi in Ucraina sarà al centro anche del G7 esteri in programma lunedì e martedì a Fiuggi, ed alla vigilia il ministro Antonio Tajani ha ricordato che "fin dall'inizio della presidenza italiana del G7 abbiamo definito il nostro sostegno al popolo ucraino come una priorità fondamentale. E continueremo a sostenere Kiev finché non sarà raggiunta una pace giusta che rispetti pienamente l'Ucraina".
Il G7, riguardo all'Ucraina, è preoccupato per il crescente sostegno della Corea del Nord alla Russia, con truppe di Pyongyang di stanza nel Kursk e che adesso sarebbero entrate anche in Ucraina, a Mariupol e Kharkiv. Finora non ci sono state segnalazioni significative di una loro azione, ma il Pentagono ha stimato che "presto" prenderanno parte a pieno regime ai combattimenti.
Sul terreno, la Russia continua a prevalere su tutti i fronti. Nel Donbass, l'Armata di Putin ha rivendicato la conquista di un altro villaggio nel Donbass, mentre a Kursk gli ucraini hanno perso oltre il 40% del territorio nella regione russa conquistata in un'incursione a sorpresa ad agosto. Putin, tra l'altro, non ha alcuna intenzione di fermarsi. Dopo aver autorizzato la produzione su larga scala del nuovo missile ipersonico testato nei giorni scorsi su Dnipro, lo zar ha firmato una legge che consente a coloro che si arruolano di cancellare debiti per 100.000 dollari.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA