Non si arrendono. E per la quarta sera consecutiva migliaia di manifestanti pro Ue sono scesi in piazza stasera in Georgia dopo che ancora una volta, all'alba, la polizia li aveva dispersi con idranti e gas lacrimogeni su Rustaveli Avenue, la via principale di Tbilisi di fronte al Parlamento. La tensione è altissima fuori e dentro i palazzi del potere, con l'ennesima sfida lanciata ieri dalla presidente filo-Ue Salome Zurabishvili, che ha escluso di dimettersi fino a nuove elezioni parlamentari dopo quelle contestatissime del 26 ottobre che hanno visto la vittoria del partito pro russo al potere Sogno Georgiano. "La presidente il 29 dicembre dovrà lasciare la sua residenza e consegnare l'edificio al presidente legittimamente eletto", è stato invece l'avviso di sfratto del premier Irakli Kobakhidze, che ha escluso il ritorno alle urne.
La scelta del nuovo presidente della Repubblica da parte del collegio elettorale dominato da Sogno Georgiano è prevista il 14 dicembre e l'insediamento del nuovo capo dello Stato è fissato per il 29, ma fino ad allora in Georgia può succedere di tutto, con il rischio di una nuova guerra civile alle porte.
Dopo mesi di crescente scontro tra il partito al governo e gli oppositori che lo accusano di perseguire politiche sempre più autoritarie, anti-occidentali e filo-russe, la protesta ha dilagato giovedì dopo l'annuncio di Kobakhidze di voler rinviare l'avvio del processo di adesione della Georgia all'Ue. Secondo Reuters, ci sono segnali che indicano che la protesta si stia diffondendo in tutto il Paese. I media georgiani hanno riferito di proteste in almeno otto città e il canale televisivo dell'opposizione Formula mostra filmati di persone a Khashuri, una città di 20.000 abitanti nella Georgia centrale, che lanciano uova contro l'ufficio locale di Sogno Georgiano e strappano la bandiera del partito.
L'agenzia di stampa georgiana Interpress ha riportato che i dimostranti hanno bloccato una strada di accesso al principale porto commerciale del Paese nella città di Poti, sul Mar Nero.
E sull'evoluzione della situazione nel Paese ex sovietico sono fissati gli occhi dei blocchi opposti. Il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo Dmitri Medvedev lancia allusioni che suonano come minacce: "Ci sono tutti i presupposti per far ripiombare la Georgia nell'abisso della guerra civile. In breve, i vicini stanno rapidamente seguendo il percorso ucraino verso l'abisso. Di solito questo finisce molto male".
Stasera la presidente Zurabishvili ha invitato i manifestanti a non cadere in provocazioni definendo una fake news che militari ucraini stiano arrivando in Georgia a sostenere la protesta. "Al fianco del popolo georgiano e della sua scelta per un futuro europeo" in contrapposizione alle decisioni del governo si è schierata Ursula Von der Leyen: "La porta dell'Ue resta aperta. Il ritorno della Georgia sulla strada dell'Unione Europea è nelle mani della leadership georgiana".
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