Gli ultimi sei ostaggi vivi della prima fase dell'accordo sono stati rilasciati a Gaza.
Due su un palco allestito da Hamas a Rafah, nel sud della Striscia, tre a Nuseirat, nel centro dell'enclave, mentre il beduino israeliano Hisham al-Sayed è stato affidato alla Croce Rossa lontano dalle 'cerimonie' con musica, bandiere e miliziani armati 'per rispetto alla famiglia araba'.
Migliaia di persone si sono accalcate, come negli altri sei round dell'intesa, per guardare e riprendere con i telefonini. Anche questo sabato madri e padri hanno portato i loro bambini piccoli e i figli adolescenti ad assistere, sotto la pioggia. Omr Shem Tov, 22 anni, è salito sul palco a Nuseirat, magro, sorridente e felice di rivedere la luce, il cameraman di Hamas gli ha detto di baciare sulla testa due miliziani armati col volto coperto dalla kefiah, e lui lo ha fatto. Consapevole dello show in mondovisione a cui stava prendendo parte.
I media israeliani hanno sottolineato che 'non poteva fare altro, era un ordine dei terroristi'. Il 22enne è rientrato in Israele insieme a Tal Shoham, Omar Wenkert ed Elia Cohen dopo 505 giorni nelle mani di Hamas a Gaza. Mentre Avera Mengistu, israeliano di origine etiope, e Hisham, entrambi con problemi mentali, erano entrati volontariamente nella Striscia rispettivamente nel 2014 e nel 2015. Shem Tov, Wenkert e Cohen erano stati presi in ostaggio al festival musicale Nova il 7 ottobre 2023 e non facevano parte dell'esercito.
Ma Hamas considera gli uomini israeliani sotto i 50 anni come soldati e per la liberazione ha fatto indossare loro una uniforme verde militare. Quanto a Shoham, cittadino israelo-austriaco, era stato rapito mentre era in visita alla famiglia della moglie nel kibbutz di Beeri. La liberazione dei sei israeliani è avvenuta dopo che nella notte Hamas ha restituito il corpo di Shiri Bibas, la madre dei due bambini Kfir e Ariel, la cui salma doveva essere consegnata giovedì. Al suo posto nella bara nera chiusa a chiave c'erano i resti di una donna palestinese. Il direttore dell'istituto di medicina legale israeliano Chen Kuge ha dichiarato che Shiri è stata uccisa, escludendo che sui resti ci siano ferite da bombardamento.
"Abbiamo riscontrato abissi di malvagità e malizia che non immaginavamo potessero esistere", ha detto. Hamas ha accusato Israele di mentire. Shiri e i bambini erano stati rapiti dal gruppo terroristico Kataib al-Mujahideen, e non da Hamas. Per Gerusalemme la mancata restituzione della salma nei tempi previsti ha rappresentato una violazione dell'accordo, che ha portato a un ritardo nella liberazione di 602 detenuti palestinesi, tra cui 108 che stanno scontando lunghe pene detentive, con la maggior parte di loro condannata all'ergastolo per attacchi e omicidi di israeliani. Altri 444 sono cittadini di Gaza arrestati durante la guerra e classificati come "non coinvolti nei combattimenti", oltre a 23 minorenni e una donna, detenuti dal 7 ottobre 2023. Hamas, in serata, ha accusato a sua volta lo Stato ebraico di aver violato la tregua non consegnando i prigionieri palestinesi nei tempi concordati. Il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu ha convocato per sabato sera una consultazione sulla sicurezza che riguarderà il rilascio dei palestinesi e il completamento della prima fase del recupero degli ostaggi deceduti rimasti in questa fase dell'accordo.
"Non dimenticheremo e non perdoneremo", ha affermato in una dichiarazione pubblica. Ricordando che finora sono stati riportati a casa 192 ostaggi. Di cui, 147 vivi e 45 deceduti. Restano ancora 63 ostaggi prigionieri a Gaza. Secondo le stime solo 27 sono ancora in vita, e dovrebbero tornare a casa nella seconda fase dell'accordo, dopo la lista di 33 completata oggi.
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