Proteste e scontri in Tunisia contro il carovita e la marginalizzazione delle regioni dell'interno del Paese. Cinque arresti a Tebourba (governatorato de la Manouba) e 13 fermi a Kasserine, dove i dimostranti hanno lanciato pietre e bottiglie molotov contro la sede del distretto di polizia locale e costretto le forze dell'ordine ad usare gas lacrimogeni per disperdere i facinorosi.
Tra gli slogan i manifestanti hanno urlato "basta!" e "il popolo vuole la caduta del regime".
Il sindacato nazionale giornalisti tunisini (Snjt) - dopo la morte del giovane del reporter precario Abderrazak Zorgui, immolatosi con il fuoco per protestare contro il governo e la marginalizzazione del governatorato di Kasserine - ha annunciato uno sciopero generale della categoria per il 14 gennaio 2019, data fortemente simbolica, ad otto anni esatti dalla fuga del presidente deposto Ben Ali dal Paese che ha dato il via alle Primavere arabe.
La situazione sociale continua ad essere tesa in Tunisia, specie nelle regioni marginalizzate, dove il tasso di disoccupazione giovanile tocca punte del 30%. Un centinaio di attivisti ieri sera hanno attraversato la centrale Avenue Bourguiba della capitale protestando contro il carovita e chiedendo le dimissioni del governo.