"Trovandomi a Goma, avverto che la
popolazione è preoccupata per l'eventuale precipitare della
situazione, anche se tende a mascherare la paura". È la
testimonianza del professor Francesco Barone, docente
dell'Università dell'Aquila noto per le sue missioni umanitarie
in Africa, che proprio in questi giorni si trova nuovamente in
Congo e ha assistito oggi a una manifestazione anti-Ruanda nella
città di Goma, est del Paese, che è sfociata in saccheggi. "Non
sono mancati momenti di tensione", conferma Barone.
"Si intensificano i combattimenti nel Nord Kivu, nella
Repubblica Democratica del Congo - aggiunge - in particolare nei
territori di Rutshure e Nyiragongo. Continuano gli scontri tra i
ribelli M23 e i soldati congolesi. Durano da circa 25 anni i
conflitti nell'est della Repubblica Democratica del Congo e
hanno provocato la morte di migliaia e migliaia di persone. Come
sempre - afferma - le cause sono da attribuire l'accaparramento
delle risorse e delle materie prime. Quindi cause economiche".
"Il governo di Kinshasa accusa il governo ruandese di aver
collocato i suoi soldati nel territorio congolese", riferisce il
professore. "L'escalation è maturata anche a seguito
dell'arresto di due soldati ruandesi da parte dei soldati
congolesi. L'episodio si è verificato nel maggio scorso e nel
territorio del Nord Kivu. Intanto, sono diverse le
manifestazioni organizzate nella città a difesa della pace e per
opporsi con determinazione a qualsiasi conflitto armato, che
provocherebbe altre migliaia di vittime. In queste giornate sono
frequenti i rumori degli elicotteri Monusco (la missione
dell'Onu per la stabilizzazione nella Repubblica Democratica del
Congo) che sorvolano i territori in attività di ricognizione. Si
ritiene che siano più di 70mila le persone che stanno cercando
rifugio in Uganda", conclude.
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