L'ex presidente della Bolivia Evo
Morales ha fatto marcia indietro rispetto all'ultimatum lanciato
al governo di Luis Arce, con cui imponeva la sostituzione "entro
24 ore" di ministri "corrotti, razzisti e fascisti" per poter
"continuare a governare".
A seguito della denuncia del ministero degli Esteri di La Paz
- secondo cui la posizione di Morales rappresentava una
"minaccia di interruzione della continuità dell'ordine
democratico" - il leader del Movimento per il socialismo (Mas)
ha corretto il tiro. "Sono stato frainteso. Quando ho detto
entro 24 ore mi riferivo alla necessità del governo di dare
risposte sulla mancanza di carburante nel Paese", ha detto
Morales.
"Continuo a pensare che per continuare a governare è
necessario migliorare l'esecutivo, ma ciò non significa che dopo
24 o 48 ore ci saranno nuove mobilitazioni", ha aggiunto l'ex
capo di Stato che nei giorni scorsi ha guidato una marcia di
protesta di 200 chilometri verso La Paz, per chiedere le
dimissioni di Luis Arce, ritenuto responsabile della crisi
economica.
Per smorzare ulteriormente i toni, Morales ha affermato che
non avrebbe senso puntare i piedi in vista dell'apertura dei
negoziati, a partire da domani a Cochabamba, avviati per cercare
di superare la crisi con Arce, che accusa di voler impedire la
sua candidatura per un quarto mandato presidenziale.
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