Cuba attraversa la sua peggiore
crisi dal 1959 secondo The New York Times che ha pubblicato un
ampio reportage sulle condizioni di vita della popolazione
dell'isola caraibica. "Sotto molti aspetti, Cuba sta
attraversando la sua peggiore crisi da quando Fidel Castro prese
il potere 66 anni fa, superando anche quella dei primi anni '90,
quando la dissoluzione dell'Unione Sovietica lasciò l'isola
senza la sua principale ancora di salvezza", esordisce il
quotidiano statunitense, ricordando che "i dati ufficiali
mostrano che la popolazione è diminuita di almeno un milione di
persone, il 10% del totale, dall'inizio della pandemia" di
Covid, nel 2021.
"Più di 675.000 di questi cubani si sono trasferiti negli
Stati Uniti", si legge nell'articolo che spiega come la maggior
parte dei cubani trascorra le proprie giornate "guardando i
propri amici, familiari e vicini, stufi di tutte le difficoltà,
fare le valigie per andarsene".
Il New York Times fa poi riferimento al crollo del turismo e
alla chiusura di molte delle migliaia di attività private, ma
anche alle strade piene di spazzatura e al "senso di miseria"
sottolineando come, a 10 anni dall'apertura dell'ex presidente
statunitense, Barack Obama, molti cubani esprimano il loro
disagio in poche parole: "nel 2015 c'era speranza, adesso c'è
disperazione".
Il quotidiano statunitense sottolinea infine come oggi "sette
cubani su 10 abbiano smesso di fare colazione, pranzo o cena, a
causa della mancanza di denaro o di cibo mentre appena il 15%
sia riuscito a consumare tre pasti al giorno".
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