Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Mondo
  1. ANSA.it
  2. Mondo
  3. Medio Oriente
  4. Jet abbattuto: chi bombarda chi (e dove) in Siria

Jet abbattuto: chi bombarda chi (e dove) in Siria

Dopo anni di monopolio Damasco, 14 aviazioni operano nel Paese

I cieli della Siria sono sempre più affollati: 14 aviazioni militari diverse operano sopra le teste dei siriani. E il jet russo abbattuto tra Siria e Turchia è l'ennesimo velivolo militare che precipita sul suolo siriano dopo esser stato colpito da miliziani o per guasti tecnici. Numerosi rapporti umanitari e di stampa hanno di recente denunciato i bombardamenti russi su ospedali e zone civili, oltre all'uso di bombe al fosforo bianco sganciate dagli aerei di Mosca a partire dalla metà di ottobre scorso nella Siria nord-occidentale. Da quando nel 2012 il governo di Damasco aveva cominciato a usare caccia e carri armati per reprimere con maggior violenza la rivolta popolare scoppiata un anno prima, il regime del presidente Bashar al Assad ha avuto il monopolio dell'aria. E può vantare il primato di aver bombardato in solitudine e in maniera indiscriminata la sua stessa popolazione per oltre due anni. Da allora e ancora oggi l'aviazione governativa colpisce con bombe tradizionali e con i tristemente noti barili-bomba tutte le aree fuori dal controllo del regime e divise in aree dominate dall'Isis (Raqqa, Dayr az Zawr); altre in mano ai qaedisti (parte di Idlib e parte di Daraa); e altre ancora controllate da gruppi di insorti nazionalisti (parte di Aleppo, Idlib, Latakia, Homs, Daraa e Qunaytra).

Dal settembre 2014 nei corridoi aerei della Siria sono però entrati i numerosi jet della coalizione anti-Stato islamico guidata dagli Stati Uniti. Tra questi figurano i velivoli americani, australiani, canadesi, sauditi, del Bahrain, Emirati Arabi Uniti e Qatar, giordani, marocchini e turchi. I loro obiettivi sono posizioni dell'Isis tra l'est di Aleppo e Dayr az Zor, passando per Raqqa.

Dal 30 settembre scorso ha fatto ingresso la Russia. Grazie al suo decennale accordo di cooperazione strategico-militare con Damasco, la Russia è l'unico Paese straniero a far decollare i suoi caccia da basi all'interno della Siria. Finora ha usato l'aeroporto di Hmeimim, sulla costa mediterranea. Ma si parla dell'imminente apertura di due altri scali militari ad Aleppo e Homs.

Fino agli attacchi di Parigi, i jet di Mosca si erano concentrati in larga parte su obiettivi non-Isis, colpendo a Idlib, Aleppo, Homs, Latakia, Daraa, Damasco postazioni di insorti anti-Damasco, siano essi qaedisti o di altri gruppi nazionalisti che sul terreno lottano anche contro lo Stato islamico. Dopo le stragi parigine, Mosca ha intensificato i raid su Raqqa mostrandosi un partner della "lotta al terrorismo". Dopo il 13 novembre, anche la Francia ha cominciato a compiere raid in Siria, esclusivamente su obiettivi dell'Isis, a Raqqa e Dayr az Zor.
   

        RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA

        Video ANSA



        Modifica consenso Cookie