"Una guerra nucleare potrebbe scoppiare da un momento all'altro nella penisola coreana": lo ha detto l'ambasciatore di Pyongyang all'Onu, Kim In Ryong, parlando con i giornalisti al Palazzo di Vetro. "Gli Stati Uniti stanno disturbando la pace e la stabilita' globale, insistendo in una logica da gangster", ha precisato il delegato nordcoreano. L'ambasciatore ha anche detto che Pyongyang "prenderà contromisure più pesanti" e gli Usa saranno ritenuti responsabili per le loro azioni", sottolineando anche che i test sui missili "fanno parte del normale percorso per sviluppare capacità di autodifesa".
Intanto da Seul, il vicepresidente americano, Mike Pence, ha affermato oggi che "l'era della pazienza strategica è finita" con la Corea del Nord, aggiungendo che gli Usa e i loro alleati utilizzeranno "mezzi pacifici o in ultima analisi qualsiasi mezzo necessario" per proteggere la Corea del Sud e stabilizzare la regione.
Visitando la Zona demilitarizzata coreana (Dmz), Pence ha definito "corazzata" l'alleanza tra Washington e Seul e ha ribadito che "tutte le opzioni sono sul tavolo" per fare pressione su Pyongyang affinché si sbarazzi delle sue armi nucleari e del programma missilistico. Il vicepresidente Usa è poi tornato a definire una "provocazione" l'ultimo fallito test missilistico della Corea del Nord, dicendo di augurarsi che il chiaro messaggio dell'amministrazione Trump venga recepito da Pyongyang.
Pence ha detto poi che Trump spera che la Cina userà le sue "leve straordinarie" per fare in modo che Pyongyang abbandoni il suo programma missilistico e nucleare.
Il vicepresidente Usa ha visitato stamani una base militare vicino alla Zona demilitarizzata coreana (Dmz), una striscia di terra 'cuscinetto' istituita nel 1953 in accordo con le Nazioni Unite che attraversa la penisola coreana per i 250 km del confine tra il Nord e il Sud. La tappa non era esplicitamente indicata nel programma ufficiale del viaggio di Pence in Corea del Sud.
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