Continua inesorabile, per il
13/esimo anno consecutivo, il declino della popolazione
giapponese, complice la pandemia da Covid-19, e il numero sempre
minore delle nascite. Secondo il censimento del ministero degli
Affari Esteri, al primo gennaio di quest'anno la popolazione ha
registrato un calo dello 0,57% a 125,93 milioni, che significa
oltre 726mila persone in meno: la maggiore flessione in termini
percentuali dall'inizio delle statistiche.
In diminuzione anche i residenti stranieri, di 107mila unità,
per il secondo anno consecutivo, a causa delle restrizioni alle
frontiere introdotte per tentare di arginare l'espansione del
coronavirus.
Per la prima volta dal 1975 anche la città di Tokyo ha
mostrato un decremento dei residenti di circa 35mila unità, a
fronte delle partenze di cittadini stranieri durante
l'emergenza sanitaria.
Nello specifico nel 2021 i decessi nel Paese del Sol Levante
hanno raggiunto la cifra record di 1,441 milioni, e le nascite
il minimo storico di 812.000 bambini. Le persone con più di 65
anni di età compongono il 29% della popolazione in Giappone,
+0,27% rispetto a un anno prima, una percentuale mai così alta
dal 1994. In marginale declino invece la fascia di persone in
età lavorativa, tra i 15 e i 64 anni di età; anche in questo
caso un record negativo per l'esecutivo conservatore che non
riesce ad alleviare la carenza di manodopera con un aumento dei
lavoratori stranieri e fatica ad implementare misure appropriate
a sostegno della natalità.
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