(ANSA) - ROMA, 02 SET - In Kazakhstan quest'anno ricorre non
solo il 30esimo anniversario dell'indipendenza del Paese, ma
anche il 175esimo della nascita di uno dei suoi maggiori poeti,
Zhambyl Zhabayev, che nella propria esistenza ha vissuto epoche
molto diverse riassunte da The Astana Times: nato infatti nel
1846, morì il 22 giugno 1945, poco dopo la sconfitta del nazismo
e a otto mesi dal suo centesimo compleanno.
Zhabayev nacque quattro anni dopo la morte di Mikhail
Lermontov e nove anni dopo quella di Alexander Pushkin, i due
grandi poeti russi immortalati dai pittori perché la fotografia
al loro tempo non esisteva. Zhabayev ha cantato natura e popolo
del Kazakhstan, non fermandosi però al suo solo Paese. Il poeta,
infatti, ha dedicato la propria opera anche alla tragedia della
Seconda guerra mondiale, all'assedio di Leningrado e agli eventi
storici accaduti durante la propria vita. Per Zhabayev la fama
mondiale arrivò intorno al 1936, a 90 anni.
"Non sei mai troppo vecchio per imparare" e "non sei mai
troppo vecchio per la fama", disse. Zhabayev divenne famoso
quando il poeta kazako Abdilda Tazhibayev lo propose per la
posizione di "vecchio saggio" dell'Unione Sovietica (aksakal),
spazio tradizionalmente occupato dai poeti anziani delle terre
del Caucaso. Cresciuto vicino alla città vecchia di Taraz (in
seguito ribattezzata Zhambyl), Zhabayev vinceva concorsi di
poesia locali dal 1881 e indossava abiti tradizionali kazaki,
seguendo la dieta ricca di proteine tipica della steppa che lo
ha aiutato a vivere così a lungo.
I critici e alcuni detrattori lo accusano di aver scritto
"poesia politica" e di essere stato accecato dal controverso
potere dell'Unione Sovietica, ma per Zhabayev il popolo di
Leningrado, che subì una grave carestia durante l'assedio
nazista nel 1941-1944, era come se fosse stato composto da suoi
figli. Nei propri versi, l'uomo espresse dolore per ognuna delle
persone morte, oltre un milione, sebbene appartenessero a una
città così lontana, perché per la poesia non contano le distanze
ma l'emozione.
Come scrisse Pasternak (1891-1960), che aveva grande rispetto
per il tipo di poesia popolare rappresentata da Zhabayev, "un
poeta può vedere gli eventi prima che accadano" e la poesia
riflette una "condizione umana". Quest'ultima è stata di sicuro
raccontata dall'opera di Zhambyl Zhabayev. (ANSA).