Jean-Claude Juncker e la premier britannica Theresa May nel loro bilaterale di oggi a Sharm el-Sheikh hanno compiuto "buoni progressi sui tre dossier di lavoro identificati nella loro riunione del 20 febbraio, vale a dire la dichiarazione politica, il processo di lavoro sulle disposizioni alternative per il futuro e eventuali garanzie supplementari sul backstop". Lo ha reso noto una portavoce della Commissione europea. I due leader hanno convenuto sulla necessità di concludere questo lavoro in tempo utile prima del Consiglio europeo del 21 marzo".
Da parte sua, il presidente del Consiglio Ue Donald Tusk ha detto che estendere l'articolo 50 per evitare una Brexit senza accordo sarebbe "una soluzione razionale" e l'Ue "dimostrerebbe comprensione". Tuttavia, ha spiegato Tusk durante la conferenza stampa finale del vertice Ue-Lega Araba, May "ha detto di credere di poter ancora evitare questo scenario".
In precedenza la May aveva detto che il Parlamento britannico non voterà sull'accordo per la Brexit "prima del 12 marzo", 17 giorni prima della data in cui la Gran Bretagna deve lasciare l'Unione europea. La premier aveva escluso quindi la possibilità che il voto possa avvenire la prossima settimana. Sull'aereo che la portava a Sharm el-Sheikh, dove partecipa al primo vertice Ue-Lega Araba, la premier aveva detto che "proseguono colloqui positivi" con Bruxelles e che il divorzio entro il 29 marzo è "alla nostra portata".
Intanto, secondo il Guardian, ai vertici e nei corridoi di Bruxelles si sta accarezzando una nuova idea per uscire dall'impasse: prorogare la scadenza al 2021. Un rinvio lungo, spiega il quotidiano, permetterebbe di discutere e sciogliere con calma i nodi che la fretta sta solo ingarbugliando, evitando una nuova bocciatura a breve da parte del parlamento britannico. E consentirebbe anche di coprire l'estensione temporale del budget comunitario, semplificando anche la parte finanziaria della Brexit.