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Pressing degli Usa su Zelensky per il negoziato, Kiev resiste

Il presidente ucraino: "A Kherson scoperti 400 crimini di guerra russi"

Primi segnali di pressing degli Stati Uniti su Kiev per l'apertura di un negoziato con Putin, stavolta non solo da parte del capo dello stato maggiore congiunto Mark Milley, come emerso nei giorni scorsi. Euforico per la liberazione di Kherson, il governo ucraino ora vuole dettare la linea, forte delle vittorie sul campo. Ma il consigliere alla Sicurezza nazionale della Casa Bianca Jake Sullivan, sostengono fonti del Wall Street Journal, avrebbe suggerito a Zelensky nel recente incontro a Kiev di mostrarsi aperto a possibili trattative, con "richieste realistiche e priorità" da portare ad un eventuale tavolo con i russi, inclusa una "rivalutazione" dell'obiettivo di riguadagnare la Crimea. "Politicamente e psicologicamente - continua però ad essere la lettura del braccio destro di Zelensky, Mykhailo Podolyak - la Russia non è ancora matura per veri negoziati e per il ritiro delle truppe. Accadrà, ma subito dopo la liberazione di Donetsk e Lugansk", secondo il consigliere del presidente ucraino, per il quale comunque nella stessa Russia sarebbe cresciuta l'opinione che "è ora di finirla". E per Kiev, è difficile intavolare un dialogo con un invasore che si macchia di orrori contro la popolazione e i soldati ucraini: nella regione di Kherson "gli investigatori hanno già documentato più di 400 crimini di guerra russi, sono stati trovati corpi di civili e militari", ha denunciato Zelensky. La realtà, aggiunge il presidente ucraino, è che l'esercito di Mosca "ha lasciato dietro di sé le stesse atrocità" delle altre regioni occupate dagli invasori. Il conflitto intanto ha raggiunto anche le sale del vertice Asean, dove il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov ha attaccato gli Stati Uniti, accusandoli di aver fatto saltare la dichiarazione congiunta sui risultati del summit cambogiano a poche ore dal G20: secondo Bloomberg, cresce la possibilità che anche a Bali possa sfumare il comunicato finale, proprio per il dossier Ucraina. Al vertice "daremo risposte pubbliche a molte domande" e "la nostra posizione sarà presentata in modo molto significativo", ha assicurato Zelensky, che al summit interverrà virtualmente martedì. E mentre Biden spera di trovare "aree di cooperazione" con il cinese Xi, la Russia arriverà al vertice senza Putin, isolata e in affanno dopo la disfatta di Kherson, che secondo il consigliere Usa Sullivan "ha implicazioni strategiche ancora più ampie", riducendo "la minaccia a lungo termine per luoghi come Odessa e la costa del Mar Nero". Una debolezza, quella di Mosca, evidente anche dalle nuove rivelazioni sulla massiccia diserzione della mobilitazione "parziale" decisa a settembre dallo zar: circa 700mila russi sono partiti per la Georgia dopo l'annuncio, ha riferito il presidente georgiano Salome Zurabishvili. Di questi, 100.000 sono rimasti, mentre gli altri si sarebbero riversati in altri Paesi. Intanto, dopo la liberazione, a Kherson si raccolgono i cocci di una occupazione che ha portato fame e una "grave" situazione umanitaria nella città, secondo le autorità di Kiev. I festeggiamenti dei giorni scorsi hanno lasciato spazio al sollievo generale ma si allungano le file fuori dai punti di distribuzione di cibo e aiuti dopo che i russi hanno "distrutto infrastrutture essenziali" per acqua, elettricità, comunicazione e riscaldamento, come denunciato da Zelensky. E la paura della rappresaglia russa ha convinto le autorità che il coprifuoco, le limitazioni all'ingresso e lo sminamento non bastano. Spingendole a chiedere l'ennesimo sacrificio a tutti i residenti dei territori liberati, invitati ad "evacuare" in altre regioni, dove poter trovare riparo dalle bombe oltre a cibo, acqua e medicine che mancano in città. Sul terreno continuano poi gli scambi di colpi dall'una e l'altra parte del fronte. L'allarme aereo ha risuonato in tutta l'Ucraina dopo informazioni sul decollo dalla Bielorussia di un MiG-31K in grado di trasportare missili Kinzhal, e di un altro caccia russo. Bombe sono cadute a Nikopol, nelle regioni di Kherson, nel Donetsk e a Zaporizhzhia, causando vittime tra i civili. I filorussi hanno accusato l'esercito ucraino di bombardamenti sulla centrale idroelettrica di Kakhovskaya, ricordando che decine di migliaia di persone moriranno se la diga salterà. Le forze di Kiev hanno rivendicato di aver liberato in una settimana 179 insediamenti sulla riva destra del fiume Dnepr, mentre hanno denunciato che dopo la capitolazione di Kherson, ora gli invasori stanno ammassando truppe a Melitopol, caduta nelle mani dei russi a febbraio. Secondo i media ucraini, alle porte della città sono arrivate anche unità cecene, sventolando le bandiere con l'immagine del loro leader, il temibile Ramzan Kadyrov.

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