Il premier israeliano Benjamin Netanyahu si è detto disponibile a mediare tra la Russia e l'Ucraina se entrambe le parti, e gli Usa, glielo domandassero. "Se richiesto da tutte le parti rilevanti - ha detto in una intervista alla Cnn - certamente lo considererò ma non mi sto proponendo". Poi ha aggiunto che ci devono essere "tempi giusti
e giuste circostanze". Il premier ha poi rivelato di essere stato contattato come mediatore lo scorso febbraio, subito dopo l'invasione russa ma di aver declinato. "Ho una regola - ha detto -: un primo ministro alla volta".
"Certo li sto esaminando", ha replicato Netanyahu ad una domanda su possibili aiuti militari all'Ucraina - finora assenti da parte di Israele - compreso il sistema di
difesa antimissili Iron Dome. Netanyahu ha poi notato che gli Usa di recente hanno preso 250.000 proiettili di munizioni, immagazzinati in Israele, e passati all'Ucraina. "È una decisione degli Usa - ha aggiunto - va bene, non ho problemi con questo". E poi: "Anche Israele, francamente, agisce in modi che non elencherò qui contro la
produzione di armi dell'Iran che sono usate contro l'Ucraina".
Alcuni media, citati da Reuters, riportano intanto che gli Stati Uniti stanno preparando più di 2 miliardi di dollari di aiuti militari per l'Ucraina che dovrebbero includere per la prima volta razzi a lungo raggio, oltre ad altre munizioni e armi. Gli aiuti militari, secondo due dirigenti americani, dovrebbero essere annunciati già questa settimana. Si prevede inoltre che includano attrezzature di supporto per i sistemi di difesa aerea Patriot, munizioni di precisione guidate a distanza e armi anticarro Javelin.
Una novità duramente criticataal Cremlino: le nuove forniture americane all'Ucraina, compresi eventuali missili a lungo raggio, "non cambieranno gli eventi" sul terreno ma contribuiranno solo ad aggravare l'escalation, ha detto il portavoce Dmitry Peskov citato dall'agenzia Ria Novosti. Il Cremlino accoglie inoltre con favore le proposte avanzate nei giorni scorsi da un'azienda privata, un attore e e alcuni governatori di regioni, di pagare una ricompensa ai militari per ogni carro armato americano Abrams
che verrà distrutto in Ucraina. "I carri armati occidentali bruceranno - ha ammonto Peskov - e grazie alle ricompense dal mondo imprenditoriale e dalle regioni crescerà il
numero degli entusiasti" pronti a distruggerli.