La guerra dei droni, combattuta finora sul suolo ucraino, sconfina in Russia, colpita in profondità da una serie di attacchi ad infrastrutture energetiche, uno dei quali ha visto un velivolo senza pilota schiantarsi a non più di cento chilometri da Mosca. Mentre in Moldavia la tensione schizza alle stelle, con centinaia di manifestanti del partito filorusso Sor che sono scesi in piazza a Chisinau chiedendo le dimissioni del governo di Maia Sandu ed elezioni anticipate: alcuni hanno cercato di fare irruzione nella sede dell'esecutivo ma sono stati bloccati dalla polizia schierata in assetto anti-sommossa che ha compiuto diversi arresti prima che i dimostranti si ritirassero..
"Il governo deve pagare le bollette delle persone che sono aumentate più volte per colpa delle autorità. Chiediamo anche che venga osservata la neutralità, come è scritto nella costituzione, in modo che il nostro Paese non sia trascinato in operazioni di guerra" ha detto Vadim Fotescu, un parlamentare di Sor. Il Partito d'Azione e Solidarietà, al governo, ha denunciato invece l'ennesimo tentativo di "destabilizzare la situazione", già in bilico.
Recentemente era stata la presidente Sandu, su posizioni filo-occidentali, ad accusare la Russia di preparare un colpo di Stato a Chisinau per portare la Moldavia nella sua orbita. Mentre Mosca da giorni denuncia presunti piani da parte di Kiev di preparare una "provocazione", cioè una falsa invasione russa dalla Transnistria per giustificare un attacco ucraino al territorio secessionista moldavo, dove sono presenti circa 1.500 soldati russi.
In Russia ad alzare l'allarme ha contribuito anche un attacco hacker a canali televisivi e stazioni radio in diverse regioni del Paese, dalle quali sono stati diffusi falsi allarmi per imminenti bombardamenti missilistici. Nelle stesse ore lo spazio aereo su San Pietroburgo è stato chiuso al traffico per circa un'ora senza che venissero fornite spiegazioni. Il ministero della Difesa ha reso noto che nella regione occidentale del Paese, di cui fa parte la metropoli baltica, si erano svolte esercitazioni con alcuni caccia che si erano alzati in volo per intercettare un obiettivo fittizio. I vertici militari non hanno esplicitamente messo in relazione le manovre con la sospensione dei voli, che ha costretto molti aerei diretti all'aeroporto Pulkovo di San Pietroburgo a tornare agli scali di partenza. La drammatica giornata si era aperta con le notizie diffuse da media ucraini su due esplosioni nella regione russa di Krasnodar, sul Mar Nero, in una raffineria della Rosneft, il gigante petrolifero statale di Mosca. Secondo le stesse fonti, le deflagrazioni, che avrebbero mandato in frantumi le finestre di alcuni edifici vicini, sarebbero state seguite da un incendio nell'impianto, situato nella città di Tuapse. Solo alcune ore più tardi da Mosca ancora il ministero della Difesa ha parlato di un tentativo di attacco di due droni ucraini, affermando che i sistemi elettronici di intercettazione li avevano fatti precipitare lontano dal bersaglio.
I governatori delle regioni di Belgorod e Bryansk, entrambe confinanti con l'Ucraina, hanno parlato di altri velivoli senza pilota di Kiev piovuti sul territorio russo o abbattuti dai sistemi di difesa. Ma a fare più scalpore è stato il drone "precipitato" senza provocare vittime o danni, secondo le fonti russe, nella regione di Kolomna, solo un centinaio di chilometri a sud-est di Mosca. "Un attacco fallito", lo ha definito il governatore della regione Andrei Vorobyov. Esaminando le foto diffuse dai media russi, il profilo Twitter Ukraine Weapons Tracker, che monitora le armi impiegate nel conflitto, è arrivato alla conclusione che il drone è un UJ-22 ucraino, abbattutosi vicino a una stazione di compressione di gas nella località di Voskresensk. "Se è stato lanciato dal territorio ucraino - osserva la stessa fonte - avrebbe viaggiato per 600 chilometri, e quindi si tratterebbe del tentativo di attacco ucraino più in profondità nel territorio russo".
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Oggetto non identificato a San Pietroburgo. Mosca: un'esercitazione
Sull'accaduto Kiev mantiene il silenzio, come aveva fatto nel dicembre scorso, quando la Russia affermò di avere abbattuto droni ucraini che avevano preso di mira due basi aeree anch'esse lontane centinaia di chilometri dal confine, nelle regioni di Ryazan e Saratov. In quell'occasione Mosca affermò che tre militari russi erano rimasti uccisi e quattro feriti dai frammenti che erano precipitati al suolo dopo che i droni erano stati colpiti dalla contraerea. Il presidente Vladimir Putin, pur senza citare i nuovi attacchi, ha invitato i servizi di sicurezza interni (Fsb) a "tenere sotto controllo speciale" i confini con l'Ucraina per impedire le infiltrazioni di "gruppi di sabotatori" e ha accusato Kiev di usare "metodi terroristici". Bisogna essere vigili per sventare i tentativi della "feccia" che cerca di provocare divisioni interne usando le armi del "separatismo, del nazionalismo, del neonazismo e della xenofobia", ha tuonato ancora lo zar, che tra l'altro ha firmato e promulgato la legge che prevede la sospensione da parte della Russia del New Start, l'ultimo trattato bilaterale con gli Usa sulla limitazione delle armi nucleari. In Ucraina, intanto, continua a infuriare la battaglia per Bakhmut, nel Donbass, che le truppe russe cercano da mesi di conquistare.
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"La situazione intorno alla città è estremamente tesa e nonostante le perdite significative, il nemico ha inviato le unità d'assalto meglio addestrate della Wagner per cercare di rompere le nostre difese", ha detto il comandante delle truppe ucraine di terra, Oleksandr Syrskyi, riferendosi al corpo militare privato impiegato da Mosca nella battaglia. Immagini aeree della Afp mostrano rovine e fumo alzarsi da questa città, un tempo conosciuta per la sua produzione di vino e sale. Fonti ucraine segnalano anche nuovi bombardamenti russi su Kherson, nel sud dell'Ucraina, con almeno un civile ucciso.