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Diario da Gaza - 24 LUGLIO - "Razzo ha centrato la scuola, era un mattatoio"

24 LUGLIO - "Razzo ha centrato la scuola, era un mattatoio" - "L'atmosfera era tranquilla. Sentivamo che c'erano scontri in corso nel sud della Striscia. Ma qui a Beit Hanun non avvertivamo un pericolo immediato. Poi all'improvviso abbiamo visto un razzo esplodere nel cortile, nel pieno centro della scuola". Il massacro nella scuola Onu a Gaza, dove erano stipate 1.500 persone sfollate nei giorni scorsi dai combattimenti di Beit Hanun, a nord di Gaza, rivive in tutta la sua drammaticità nel racconto dei testimoni. Nel momento in cui è esploso il razzo, gli uomini erano appartati, e nel cortile si trovavano in prevalenza donne e bambini. Si tratta, in questa zona, di persone tradizionaliste. I maschi si allontanano spesso per concedere alle donne un minimo di intimità: per cambiarsi d'abito, o allattare i bebè. La deflagrazione, raccontano i superstiti, le ha centrate in pieno. Il cortile si è trasformato in una specie di mattatoio. Ovunque c'erano corpi insanguinati. L'entità della strage è stata subito evidente. In seguito si è appreso che i morti erano 17 (per lo più donne e bambini) e i feriti oltre un centinaio, di cui cinque in condizioni gravi. Fra le vittime, anche alcuni dipendenti dell'Unrwa, l'ente Onu per la protezione dei profughi. Secondo i testimoni non c'è dubbio che l'attacco alla scuola sia stato sferrato dall'esercito israeliano. L'edificio era ben visibile, colorato di azzurro, esponeva bandiere dell'Unrwa e la sua ubicazione era nota all'esercito israeliano come rifugio per sfollati. Ancora in questi giorni responsabili dell'Unrwa avevano cercato di allestire con Israele un "corridoio umanitario" per consentire lo spostamento fra Gaza e quella scuola di Beit Hanun del proprio staff e di una parte degli sfollati. In Israele il portavoce militare ha replicato che l'incidente è oggetto di un'inchiesta e ha precisato che a Beit Hanun ci sono stati anche tiri di Hamas contro i soldati israeliani. Un'emittente israeliana ha affermato che nel cortile sono caduti due colpi di mortaio: forse israeliani, o forse di Hamas. Ma all'ospedale di Beit Lahya, dove sono state trasportate le vittime, nessuno aveva dubbi su chi fosse il responsabile. Nei corridoi si sentivano pianti strazianti, grida di collera e imprecazioni contro Israele. "Un crimine orrendo, Israele lo pagherà caro", hanno subito assicurato i mass media di Hamas. Nei giorni scorsi è stato affermato che razzi di Hamas sono stati trovati in due scuole dell'Unrwa a Gaza. Ma in quei casi - condannati dall'Onu - si trattava di edifici vuoti, mentre la scuola di Beit Hanun era gestita con grande attenzione dallo staff locale, che vietava l'ingresso a persone non autorizzate. Nell'ospedale di Beit Lahya si sono incontrate persone che in una settimana sono state costrette a sfollare due volte. Prima dalle loro abitazioni di Beit Hanun, e oggi dal rifugio rappresentato dalla scuola. Ormai sono rimaste al mondo senza alcunché. Sempre più spesso capita di imbattersi in persone dallo sguardo allucinato, distrutte dall'impossibilità di trovare congiunti dispersi o di conoscere la sorte delle loro abitazioni, frutto dei risparmi di una vita. Ad aggravare la situazione vi sono gli allarmi su possibili epidemie, lanciati dal ministero palestinese per la Sanità, per il moltiplicarsi dei cadaveri rimasti sul terreno. A tutto ciò si aggiunge la sempre più grave penuria di corrente elettrica e di acqua potabile nei rubinetti. La popolazione di Gaza si dice esausta. Ha un solo pensiero costante: una pausa umanitaria, che consenta di riprendere fiato e piangere i morti. A giorni finirà il Ramadan: la speranza comune è che con la solennità religiosa si riesca a far tacere le armi.24 luglio - "Razzo ha centrato la scuola, era un mattatoio" - "L'atmosfera era tranquilla. Sentivamo che c'erano scontri in corso nel sud della Striscia. Ma qui a Beit Hanun non avvertivamo un pericolo immediato. Poi all'improvviso abbiamo visto un razzo esplodere nel cortile, nel pieno centro della scuola". Il massacro nella scuola Onu a Gaza, dove erano stipate 1.500 persone sfollate nei giorni scorsi dai combattimenti di Beit Hanun, a nord di Gaza, rivive in tutta la sua drammaticità nel racconto dei testimoni. Nel momento in cui è esploso il razzo, gli uomini erano appartati, e nel cortile si trovavano in prevalenza donne e bambini. Si tratta, in questa zona, di persone tradizionaliste. I maschi si allontanano spesso per concedere alle donne un minimo di intimità: per cambiarsi d'abito, o allattare i bebè. La deflagrazione, raccontano i superstiti, le ha centrate in pieno. Il cortile si è trasformato in una specie di mattatoio. Ovunque c'erano corpi insanguinati. L'entità della strage è stata subito evidente. In seguito si è appreso che i morti erano 17 (per lo più donne e bambini) e i feriti oltre un centinaio, di cui cinque in condizioni gravi. Fra le vittime, anche alcuni dipendenti dell'Unrwa, l'ente Onu per la protezione dei profughi. Secondo i testimoni non c'è dubbio che l'attacco alla scuola sia stato sferrato dall'esercito israeliano. L'edificio era ben visibile, colorato di azzurro, esponeva bandiere dell'Unrwa e la sua ubicazione era nota all'esercito israeliano come rifugio per sfollati. Ancora in questi giorni responsabili dell'Unrwa avevano cercato di allestire con Israele un "corridoio umanitario" per consentire lo spostamento fra Gaza e quella scuola di Beit Hanun del proprio staff e di una parte degli sfollati. In Israele il portavoce militare ha replicato che l'incidente è oggetto di un'inchiesta e ha precisato che a Beit Hanun ci sono stati anche tiri di Hamas contro i soldati israeliani. Un'emittente israeliana ha affermato che nel cortile sono caduti due colpi di mortaio: forse israeliani, o forse di Hamas. Ma all'ospedale di Beit Lahya, dove sono state trasportate le vittime, nessuno aveva dubbi su chi fosse il responsabile. Nei corridoi si sentivano pianti strazianti, grida di collera e imprecazioni contro Israele. "Un crimine orrendo, Israele lo pagherà caro", hanno subito assicurato i mass media di Hamas. Nei giorni scorsi è stato affermato che razzi di Hamas sono stati trovati in due scuole dell'Unrwa a Gaza. Ma in quei casi - condannati dall'Onu - si trattava di edifici vuoti, mentre la scuola di Beit Hanun era gestita con grande attenzione dallo staff locale, che vietava l'ingresso a persone non autorizzate. Nell'ospedale di Beit Lahya si sono incontrate persone che in una settimana sono state costrette a sfollare due volte. Prima dalle loro abitazioni di Beit Hanun, e oggi dal rifugio rappresentato dalla scuola. Ormai sono rimaste al mondo senza alcunché. Sempre più spesso capita di imbattersi in persone dallo sguardo allucinato, distrutte dall'impossibilità di trovare congiunti dispersi o di conoscere la sorte delle loro abitazioni, frutto dei risparmi di una vita. Ad aggravare la situazione vi sono gli allarmi su possibili epidemie, lanciati dal ministero palestinese per la Sanità, per il moltiplicarsi dei cadaveri rimasti sul terreno. A tutto ciò si aggiunge la sempre più grave penuria di corrente elettrica e di acqua potabile nei rubinetti. La popolazione di Gaza si dice esausta. Ha un solo pensiero costante: una pausa umanitaria, che consenta di riprendere fiato e piangere i morti. A giorni finirà il Ramadan: la speranza comune è che con la solennità religiosa si riesca a far tacere le armi.

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