Almeno 50 jihadisti dell'Isis sono morti in queste ultime 24 ore a Kobane, città curdo siriana vicina alla frontiera turca. Lo rende noto a Beirut l'ong Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria (Ondus), precisando che si tratta di un dei bilanci più pesanti da quando l'Isis tenta di prendere il controllo della città. "Sono morti nei raid aerei della coalizione guidata dagli Stati Uniti, nei violenti combattimenti contro i curdi, e in cinque attacchi suicida a Kobane", ha precisato l'Ondus. Ieri, per la prima volta l'Isis ha lanciato un doppio attacco suicida contro il posto di frontiera di Kobane, controllato dai curdi. Il gruppo jihadista ha commesso altri tre attacchi suicida nella città che sta tentando di riprendersi dal 16 settembre.
Entro una settimana tutte le donne di Gaza possono comparire in pubblico solo se velate, altrimenti andranno incontro ad una severa punizione: questo l'avvertimento lanciato dallo Stato Islamico (Isis) con volantini distribuiti in un campus universitario della Striscia e su Facebook. Ma le autorità locali (Hamas) cercano di rassicurare la popolazione affermando che a Gaza lo Stato Islamico ''non e' presente''. Fonti locali precisano che i volantini hanno destato apprensione in particolare a Gaza City - dove una percentuale elevata di donne non si copre il capo - mentre in aree rurali della Striscia la quasi totalità già osserva le strette regole della ortodossia islamica. I volantini non specificano quali potrebbero essere le punizioni per le donne giudicate prive di modestia. Ma secondo fonti locali è possibile che si accenni al lancio di un liquido acido sul loro volto, per deturparle. Il ministero degli interni locale ha precisato che si tratta di minacce infondate e che i servizi di sicurezza sanno per certo che a Gaza non esiste alcuna presenza dello Stato Islamico. Eppure, aggiungono fonti giornalistiche, è possibile che si siano creati nuclei di fiancheggiatori desiderosi di emulare a Gaza le fanatiche azioni dell'Isis in Iraq e in Siria.