Gli Stati Uniti hanno presentato al presidente dell'autorità palestinese Abu Mazen una proposta sulla futura amministrazione della Striscia di Gaza con la partecipazione dell'Anp, ma non soggetta ad essa. Abu Mazen non ha ancora dato una risposta, ma intanto trapela che non sarebbe di suo gradimento. Lo riferisce Channel 12.
Durante un incontro a Ramallah, il sottosegretario di Stato Usa Barbara Leaf, ha dato ad Abu Mazen quello che in gergo viene chiamato un "no paper": il punto principale è la creazione di una 'delegazione internazionale temporanea' per breve tempo, che sarà chiamata dall'Anp ad assumere l'amministrazione di Gaza.
Il neo ministro degli Esteri israeliano Gideon Saar parla di "alcuni progressi" verso il cessate il fuoco in Libano. "Ci sono alcuni progressi", ha detto Saar in risposta a una domanda su un possibile cessate il fuoco. "Stiamo lavorando con gli americani sulla questione", ha detto ai giornalisti a Gerusalemme, come riportano i media israeliani.
La creazione di uno Stato palestinese non è una "posizione realistica", ha anche affermato Saar.
A solo cinque giorni dall'elezione del nuovo presidente americano, la macchina diplomatica internazionale sembra avere accelerato per arrivare a una tregua in Libano. Ma il portavoce di Hezbollah, Mohammed Afif, ha affermato di non aver ricevuto alcuna proposta ufficiale di cessate il fuoco e che il gruppo ha armi e rifornimenti sufficienti per combattere una lunga guerra con Israele. Lo riporta il Times of Israel. Afif sostiene che le forze israeliane non sono riuscite a mantenere il territorio dopo sei settimane dall'inizio dell'invasione via terra, sottolineando quello che ha definito il fallito tentativo israeliano della scorsa settimana di entrare nella città meridionale di Khiam: "Finché non si riesce a controllare le aree sul terreno, non si raggiungeranno i propri obiettivi politici", ha affermato. Israele, riferisce ancora il Times, afferma di non avere intenzione di occupare i villaggi libanesi per lunghi periodi o di spingersi più in profondità nel Libano.
Israele, secondo il sempre ben informato Channel 12, sta considerando molto seriamente la possibilità di un cessate il fuoco - forse limitato nel tempo - con l'organizzazione sciita filoiraniana Hezbollah. Sabato sera il ministro più vicino al premier, Ron Dermer, si è imbarcato per gli Stati Uniti dove si prevede che incontrerà il presidente eletto Donald Trump e i consiglieri, nel primo colloquio di un alto funzionario di Gerusalemme con i membri della nuova amministrazione. Nonostante il neo ministro degli Esteri Israeliano sia Gideo Sa'ar, succeduto a Israel Katz, Dermer agisce di fatto come capo della diplomazia. Sul tavolo a Washington, dicono i commentatori, ci saranno le guerre a Gaza e in Libano, le tensioni tra Israele e Iran e uno degli argomenti che maggiormente stanno a cuore agli Usa: l'ampliamento degli Accordi di Abramo per promuovere la normalizzazione tra Israele e i Paesi arabi.
Da parte sua Benyamin Netanyahu in un video registrato ha fatto sapere che dal giorno delle elezioni americane ha già parlato tre volte con Trump: "Siamo d'accordo sulla minaccia iraniana in tutte le sue componenti e sul pericolo che essa rappresenta", ha affermato. Nel frattempo in serata si è riunito il gabinetto di sicurezza per fare il punto proprio sugli sforzi in atto per un cessate il fuoco nel Paese dei cedri. Intanto, quello di Dermer è il secondo viaggio nel giro di pochi giorni per sondare il terreno e tessere un canovaccio guardando alla fine del conflitto sul fronte nord: il ministro nei giorni scorsi, ha riferito la radio militare, è stato segretamente a Mosca per rappresentare gli sforzi di Israele per uno stop dei combattimenti. La Russia infatti è un attore importante in Siria, dove risiedono diverse frange di Hezbollah che tra l'altro controllano l'arrivo di armi provenienti dall'Iran.
Il principe ereditario saudita, Mohammed Bin Salman, ha condannato oggi il "genocidio" di Gaza ed ha chiesto l'immediato cessate il fuoco nella Striscia e in Libano, durante il suo intervento al summit della Lega Araba e dell'Organizzazione per la cooperazione islamica.
++ Beirut,donne e bimbi tra 7 morti in raid israeliano al Sud ++ Ministero libanese, attacco nella citta' costiera di Saksakieh (ANSA-AFP) - ROMA, 11 NOV - Almeno sette persone, 'per lo piu' donne e bambini', sono state uccise in un attacco israeliano nella citta' di Saksakieh, nel sud del Libano. Lo riferisce il ministero della Sanita'. Secondo l'agenzia di stampa ufficiale libanese Ani, l'attacco 'ha preso di mira una casa' in questa citta' costiera relativamente lontana dal confine con Israele, e i soccorritori sono al lavoro per cercare i dispersi tra le macerie. (ANSA-AFP).
Almeno sette persone, "per lo più donne e bambini", sono state uccise in un attacco israeliano nella città di Saksakieh, nel sud del Libano. Lo riferisce il ministero della Sanità. Secondo l'agenzia di stampa ufficiale libanese Ani, l'attacco "ha preso di mira una casa" in questa città costiera relativamente lontana dal confine con Israele, e i soccorritori sono al lavoro per cercare i dispersi tra le macerie.
Un intenso lancio di razzi dal Libano, più di 90, sulla Baia di Haifa e sulla Galilea è stato intercettato in parte dall'Idf. A Kiryat Ata una stazione dei bus è stata colpito da un colpo diretto, ci sono danni ad abitazioni e automobili, un adolescente e altre due persone sono rimaste ferite dalle schegge. Il sindaco di Haifa, Yona Yahav, ha dichiarato a Channel 12 che il numero di razzi lanciati su Haifa è stato uno dei più alti da quando Hezbollah ha iniziato ad attaccare le comunità del nord, l'8 ottobre 2024.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA