Israele intensifica la guerra a Gaza, con i raid e con le truppe di terra che avanzano verso il sud della Striscia, mentre lancia un altro ultimatum a Hamas: o rilascia subito gli ultimi 59 ostaggi, tra vivi e morti, ancora in prigionia, o annetterà territori dell'enclave palestinese.
La minaccia arriva a cinque giorni dalla ripresa della guerra, dopo quasi due mesi di tregua e il naufragio dei colloqui per passare alla seconda fase dell'accordo di gennaio.
E mentre il governo di Benyamin Netanyahu affronta una crisi interna e le proteste di piazza per il licenziamento di Ronen Bar dal vertice dello Shin Bet.
Una mossa per ora bloccata dall'Alta Corte di giustizia - che dovrà esprimersi sui ricorsi dell'opposizione entro l'8 aprile - scatenando un braccio di ferro con il premier. "Ho dato ordine all'esercito di conquistare altro territorio a Gaza, evacuare la popolazione ed estendere le zone di sicurezza" al confine tra la Striscia e Israele, ha annunciato il ministro della Difesa Israel Katz. "Più Hamas continuerà a rifiutarsi di liberare gli ostaggi, più perderà territorio che verrà annesso da Israele", ha avvertito.
Nei raid, ripresi martedì, sono morte finora almeno 590 persone, denunciano fonti palestinesi, di cui 11 solo nelle ultime ore. Parigi ha riferito che due cittadini francesi, impiegati delle Nazioni Unite, sono rimasti gravemente feriti e ha condannato un "attacco inaccettabile contro un edificio dell'Onu", mentre la Turchia ha accusato Israele di aver colpito in un "attacco deliberato" l'ospedale turco-palestinese nei pressi del Corridoio Netzarim, che secondo l'Idf non era più in funzione e veniva usato da Hamas come base per attività terroristiche. L'esercito ha inoltre reso noto di aver ucciso negli attacchi di giovedì il capo dell'intelligence militare di Hamas nel sud della Striscia, Osama Tabash. Intanto in Israele cresce la tensione dopo il siluramento del capo dello Shin Bet, la sicurezza interna, Ronen Bar, ufficialmente - ha spiegato il governo - per la perdita di fiducia da parte di Netanyahu.
Ma, secondo l'opposizione, il premier lo avrebbe fatto fuori per aver cominciato a indagare sul cosiddetto "Qatargate israeliano", l'inchiesta che accusa funzionari vicini a Netanyahu di aver preso tangenti da Doha, e per aver denunciato il fallimento politico - oltre che della stessa intelligence - nel prevenire l'attacco di Hamas del 7 ottobre, accusando il primo ministro di non voler istituire una Commissione d'inchiesta indipendente. Di fronte ai ricorsi presentati e alla massicce proteste dei cittadini, l'Alta Corte ha sospeso il licenziamento di Bar e la procuratrice generale di Israele, Gali Baharav-Miara, ha diffidato il premier da prendere qualsiasi decisione in merito fino alla pronuncia dei giudici, compresi eventuali colloqui per nominarne il successore.
Poco prima dell'inizio dello Shabbat, Netanyahu ha replicato: "Non ci sarà nessuna guerra civile! Lo Stato di Israele è uno Stato di diritto e, in base alla legge, il governo israeliano decide chi sarà il capo dello Shin Bet". La stessa procuratrice rischia del resto di fare la stessa fine di Bar: da tempo nel mirino del governo che la accusa di essere diventata "il braccio destro degli oppositori", l'esecutivo voterà domenica una mozione di sfiducia nei suoi confronti.
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