Conservatrice per eccellenza, repubblicana doc, ex dirigente del dipartimento di stato, figlia dell'ex vice di George W Bush, Dick Cheney, architetto della guerra in Iraq e 'cattivo' per eccellenza agli occhi dei democratici. Liz Cheney, rimossa dai repubblicani per gli attacchi a Donald Trump, non ha arretrato di un millimetro di fronte alla volontà del suo partito di farla fuori. In un discorso infuocato, tenuto poche ore prima del voto per rimuoverla dalla presidenza del gruppo repubblicano alla Camera ha assicurato che chi "rifiuta di accettare la sentenza dei nostri tribunali è in guerra con la costituzione. Il nostro dovere è chiaro, chiunque abbia prestato giuramento deve agire per prevenire il disfacimento della nostra democrazia. Non si tratta di politica o di partigianeria ma del nostro dovere di americani". E ancora: "Farò qualunque cosa è nelle mie possibilità per evitare che l'ex presidente Donald Trump possa di nuovo avvicinarsi in qualunque maniera allo Studio Ovale", ha detto. Ed ha assicurato che intende "guidare questa battaglia per creare un partito repubblicano più forte in un futuro senza Trump". Partito che ora l'ha cacciata, ma secondo molti oltre 100 repubblicani minacciano la scissione, un'ipotesi che potrebbe essere accelerata dalla rimozione di Cheney.