Voleva fermare la furia terrorista di Brenton Tarrant, ma era disarmato. Così ha preso la prima cosa che ha trovato in strada, un distributore bancomat, e ha inseguito il terrorista mettendolo in fuga. Continuano a emergere le storie degli eroi di Christchurch, teatro venerdì dell'attentato in due moschee con 50 morti. Ma Abdul Aziz, rifugiato afghano di 48 anni, si schermisce: "Non chiamatemi eroe, chiunque al posto mio l'avrebbe fatto".
L'uomo era andato a pregare nella moschea di Linwood, dove sono morte 7 persone, insieme ai suoi quattro figli. Quando ha sentito gli spari, si è precipitato fuori afferrando un bancomat e lanciandolo contro Tarrant, per poi mettersi al riparo tra le auto parcheggiate dal fuoco dell'attentatore. Dentro la moschea i figli piccoli di Aziz urlavano: "Papà, ti prego, torna indietro!". Ma Aziz voleva evitare che ci fossero altri morti, "a costo della mia vita".
Nel parcheggio, il padre di famiglia ha preso un'arma scarica che lo stesso Tarrant aveva lasciato a terra e gli ha urlato: "Vieni da questa parte!", solo per distogliere la sua attenzione dai suoi figli e dagli altri fedeli. "L'ho rincorso, ho lanciato l'arma sulla sua auto rompendo il parabrezza, lui sembrava un po' spaventato", racconta ancora Aziz. A quel punto, Tarrant si rimette in macchina e scappa, per poi essere catturato poco dopo dalla polizia.
Originario di Kabul, Aziz ha lasciato l'Afghanistan come rifugiato da ragazzo e ha vissuto per oltre 25 anni in Australia, prima di trasferirsi in Nuova Zelanda un paio di anni fa. "Quando chiudo gli occhi, vedo ancora dei corpi ovunque", racconta ancora l'eroe afghano che nell'attacco ha perso dei cari amici.