Il 'canguro' è una prassi parlamentare, già usata in passato, che consente di votare gli emendamenti raggruppando non solo quelli uguali, ma anche quelli di contenuto analogo: una volta approvato o bocciato il primo, decadono tutti gli altri. Il termine 'canguro' è un'invenzione lessicale: la parola non è messa per iscritto in nessuna norma. Ma nel 'gergo' parlamentare ha già dato vita a numerosi derivati, come 'cangurato', 'incangurabile'.
Non è nuovo il 'canguro' alle Aule parlamentari italiane, ma è al centro della scena in Senato da quando ha fatto decadere ben 1400 emendamenti alla riforma costituzionale.
Il meccanismo del 'canguro' non è mai stato previsto dal regolamento del Senato. Ma la giunta per il regolamento di Palazzo Madama nel 1996 lo aveva preso 'a prestito' dal regolamento della Camera. La giunta ha riconfermato la legittimità della sua applicazione anche per le leggi costituzionali, facendo rientrare la tecnica 'anti-ostruzionismo' tra i poteri del presidente del Senato previsti dall'articolo 102 comma 4 del regolamento ("Il presidente ha facoltà di modificare l'ordine delle votazioni quando lo reputi opportuno ai fini dell'economia o della chiarezza delle votazioni stesse", dispone la norma).
Nel frattempo, però, nel 1997 il regolamento della Camera è stato modificato. E oggi all'articolo 85 bis prevede espressamente che la tecnica di accorpamento delle votazioni non può essere utilizzata per i progetti di legge costituzionale.