31 DICEMBRE
Decine di italiani, nel gelido pomeriggio romano, sono già da ore davanti all'ingresso principale del Quirinale con il naso all'insù. Attendono l'ultimo discorso di Giorgio Napolitano che, alle 20,30 dallo studio alla Palazzina, parlerà al Paese alla fine del suo novennato. Un bilancio ottimista, dicono le previsioni della vigilia, con il Capo dello Stato fiero di aver accompagnato per un pezzo l'Italia sulla strada delle riforme, in cammino verso il risanamento.
Appena spenti i riflettori della diretta tv, come è consuetudine, arriveranno i complimenti ed i saluti di rito dei principali attori della scena politica, quelli che già in questi giorni hanno dato inizio alle danze per la scelta del nuovo inquilino del Colle. Le ormai 'imminenti' dimissioni del Presidente della Repubblica sono possibili tra il 13 ed il 14 gennaio, dopo il discorso ufficiale di chiusura del Semestre Ue italiano del premier Matteo Renzi.
Nessun segno di gratitudine e riconoscenza verso Napolitano, da parte delle forze politiche, potrebbe essere migliore di una rapida e largamente condivisa scelta del nuovo Capo dello Stato, dopo lo choc del 2013 di un Parlamento ostaggio di franchi tiratori e unito solo sulla riconferma dell'anziano Presidente.
Una fumata bianca al primo voto sarebbe un eccellente segnale anche verso chi ci guarda dall'estero, ed è l'auspicio segreto del premier. Ma Renzi conta più ragionevolmente di arrivare ad un accordo alla quarta votazione (quando il quorum di consensi richiesti scende dai 672 consensi necessari nei primi tre scrutini ai 505 sufficienti dal quel momento in poi).
Oggi un altro tassello si aggiunge al puzzle che il premier, indiscusso king maker, dovrà comporre cercando in primis un nome che soddisfi le varie anime del Pd. Dopo quella di Silvio Berlusconi, arriva oggi la disponibilità di Angelino Alfano a valutare senza pregiudizi e veti qualsiasi nome, anche del Pd, purchè espressione di garanzia e unità nazionale. Ma per il leader Ncd la scelta non potrà essere "solo dell'Assemblea congressuale Pd". Altra disponibilità significativa di Alfano - che con i gruppi di Area Popolare controlla un centinaio di grandi elettori - è la proposta di una consultazione permanente sul Colle tra le forze che si richiamano al Ppe, Forza Italia in primis. Una mano tesa a Berlusconi, per fare dell'accordo sul Quirinale un campo dove tentare di ragionare su un nuovo centrodestra. Ma anche un messaggio a Renzi, pronto al dialogo con i grillini, sull'esistenza di un'area di 230 grandi elettori di Fi e Area Popolare, in grado di fare massa d'urto.