In merito alle elezioni regionali "sento che l'aria sta cambiando. Si parlava di un 7-0 a favore della sinistra, di Renzi, del Pd, adesso sono molto più cauti, loro". Così Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia a Montecitorio, in un'intervista a Rai News 24.
"In Campania e in Veneto si vince - aggiunge - in Liguria la candidata Paita del Partito democratico è in grande difficoltà e Toti è quasi alla pari, comunque è contendibile. Come contendibili tornano ad essere Marche e Umbria, e se fossimo uniti si vincerebbe anche in Puglia. Quindi da 7-0 la sinistra può addirittura arrivare a 1-6". "Anche se fosse un 4-3 per la sinistra sarebbe una sconfitta di Renzi paragonabile a quella di D'Alema nel 2000. Quello che succederà sull'Italicum nelle prossime settimane sarà determinante per le regionali, per la campagna elettorale e per l'esito elettorale", sottolinea Brunetta.
Spacca, centrosinistra non c'è più - Siglato ad Ancona l'accordo fra Forza Italia e il governatore uscente delle Marche Gian Mario Spacca (ex Pd) a sostegno della sua ricandidatura per un terzo mandato. Fi e Spacca, portato da Marche 2020-Ap, hanno firmato anche l'intesa sul documento politico-programmatico di legislatura. Così il coordinatore di Fi Remigio Ceroni.
''Il centrosinistra non c'è più'''. Ed è sbagliata l'idea del Pd nelle Marche di poter sovrapporre la propria "burocrazia all'amministrazione regionale", pensando a un "esito elettorale ormai scontato". Dopo l'accordo tra Marche 2020-Ap e Fi sulla sua ricandidatura, il governatore delle Marche Gian Mario Spacca critica il suo ex partito. ''E' finita con questa legislatura - ha detto Spacca parlando con i giornalisti a margine di un'iniziativa della Fondazione Merloni - un'esperienza iniziata nel 1997 che aveva visto la collaborazione tra partiti e comunità regionale, in particolare con i ceti medi imprenditoriali. Si è preferita, da parte del Pd, una soluzione di tipo politico pensando ad un esito elettorale ormai scontato, e che si potrà realizzare una sovrapposizione tra la burocrazia del partito e l'amministrazione regionale. Da parte mia e di molti altri si ritiene che sia un scelta sbagliata". Alla base del programma politico-programmatico definito oggi da Marche 2020-Ap con Fi, ''c'è il sostegno al rilancio del sistema imprenditoriale marchigiano. L'accordo con Fi, che nelle Marche è soprattutto espressione delle iniziative e della cultura imprenditoriale - osserva Spacca - è nato soprattutto su questo fatto''.
Liguria, FdI sostiene Toti - Accordo fatto tra Forza Italia e Fratelli d'Italia per sostenere la candidatura di Giovanni Toti alla presidenza della Regione Liguria. "C'è l'accordo, domani presentiamo i dettagli", ha detto Toti. Domani La Russa, Sonia Viale (Lega Nord) e Toti incontrano i giornalisti per illustrare l'accordo. Il partito di Giorgia Meloni era stato corteggiato anche dalla Lista civica di centro destra Liguria Cambia che ha candidato alla presidenza l'ex senatore del Pdl Enrico Musso.
Berlusconi alla guerra con Fitto, ipotesi Mugnai in Toscana
Più di quattro ore di vertice - ieri - a palazzo Grazioli a discutere di elezioni regionali non sono servite a Silvio Berlusconi per sciogliere definitivamente tutti i nodi. Una cosa è certa: in Puglia l'ex capo del governo andrà 'alla guerra' contro Raffaele Fitto ufficializzando l'appoggio ad Adriana Poli Bortone pronta a scendere in campo contro Francesco Schittulli, candidato dai fittiani ed appoggiato da Fdi ed i centristi. Ma bocciata da Giorgia Meloni che le intima di non candidarsi. La questione più spinosa però è stata quella della Toscana dove, a sentire i presenti, il Cavaliere e Denis Verdini hanno avuto un accesa discussione.
Un diverbio pesante che è partito dalla scelta del candidato della Regione (il senatore azzurro si è presento con una serie di articoli di giornali locali mettendo in evidenza il tentativo di delegittimazione) per poi allargarsi a questioni più generali. Il candidato in pole per la Toscana è Stefano Mugnai, nome proposto da Altero Matteoli come punto di mediazione tra le richieste del cosiddetto cerchio magico e la proposta avanzata da Verdini.
Un nome su cui però l'ex capo del governo avrebbe chiesto ''una notte per riflettere'' prima di dare il via libera definitivo. Al di là delle scelte dei candidati però a far divergere l'ex premier da quello che era considerato il custode del patto del Nazareno è la linea che il partito deve assumere. L'ex coordinatore azzurro avrebbe parlato di ''persone occulte'' dentro Forza Italia che fanno di tutto per delegittimarlo. Insomma un clima pesante che Berlusconi ha cercato poi di alleggerire con battute e fermandosi poi a parlare per una ventina di minuti da solo con Verdini.
Il senatore avrebbe puntato il dito anche contro l'uso strumentale che alcuni farebbero del cosiddetto rinnovamento su cui punterebbe Berlusconi: nessuno di noi è contrario - avrebbe detto - ma non è possibile che chi va in televisione spazzi via la storia degli ultimi 20 anni che noi abbiamo costruito. La richiesta dell'ex premier però è stata quella di serrare le fila e tentare di evitare la debacle alle regionali. Fi si presenterà con il suo simbolo (erano stati fatti dei focus per studiare anche opzioni con il nome di Berlusconi) e l'ex premier ha promesso ai coordinatori di recarsi in ogni regione almeno una volta: dobbiamo riconfermare la Campania ed il Veneto e possiamo giocarcela in Liguria. La Puglia insomma, nonostante Fitto affili le armi preannunciando ricorsi sull'uso del simbolo azzurro, l'ex capo del governo sembra non curarsene. Con l'ex ministro la questione è chiusa (Berlusconi non lo avrebbe nominato per tutta la riunione) limitandosi a commentare l'atteggiamento scorretto di Schittulli e l'impossibilità di farsi dettare la linea da esterni. La richiesta fatta dall'ex capo del governo, e non solo per la Puglia, è stata però quella di mettere in lista solo persone iscritte a Fi ma soprattutto con i pagamenti in regola con il partito. Il vertice è stato poi l'occasione per ribadire l'obiettivo di andare oltre l'attuale Forza Italia e tentare di costruire un progetto simile al partito repubblicano americano da contrapporre a quello della nazione a cui lavora Matteo Renzi. Ecco perchè l'ex premier si prepara a tornare in pista. Oggi il Cavaliere ha riavuto la carta d'indentità valida per l'espatrio ed il primo viaggio sarà Strasburgo alla corte Europea: andrò a difendermi. Voglio capire perchè l'udienza è stata spostata da giugno a settembre. Non si tratta di un processo ad un uomo, ma a mezzo Paese. Seconda tappa il summit Ppe.