Ha ascendenze nobili il presidente del Consiglio incaricato Paolo Gentiloni, la cui famiglia è originaria di Tolentino (Macerata), uno dei comuni marchigiani colpiti dal terremoto, dove torna abbastanza spesso "ma in punta di piedi", come racconta il sindaco Giuseppe Pezzanesi. Il palazzo di famiglia è proprio vicino alla Basilica di San Nicola, uno dei principali santuari dell'Italia centrale, risalente al secolo XIII, seriamente danneggiata dal sisma e visitata di recente, caschetto in testa, da Gentiloni, che ha parlato di questo splendido complesso come di "un simbolo mondiale".
Il premier incaricato ha mantenuto "uno stretto legame con la città che ha visto i natali dei suoi pregiatissimi antenati", recitano le motivazioni della cittadinanza onoraria che gli è stata conferita l'estate scorsa. Gentiloni è figlio di Carlo Alberto, nipote di Stefano e pronipote di Aristide; discende dalla famiglia Gentiloni Silveri, che è poi il suo cognome per esteso, considerata una delle più antiche di Tolentino e a cui il duca di Parma Ferdinando I concesse il titolo di conti nel 1778. Tracce dell'importanza dei Gentiloni Silveri a Tolentino, si scopre leggendo nel sito del Comune, sono ravvisabili anche in immobili di grande pregio commissionati nel corso della storia dagli antenati di Gentiloni. Tra i suoi ascendenti, il conte Domenico Silverj, suo trisavolo, musicista, primo sindaco di Tolentino, e Vincenzo Ottorino Gentiloni, uomo di fiducia di Pio X e promotore del "patto" con il quale i cattolici tornarono a votare nelle elezioni del 1913. Il bisnonno Aristide fu un appassionato archeologo, mentre al nonno Stefano si debbono varie opere di ingegneria, tra cui la sopraelevazione del palazzo del cardinale Ascanio Parisani, meglio conosciuto come Palazzo Sangallo. "Con lui ci siamo fatti delle gran chiacchierate di politica", dice il cugino Francesco Gentiloni Silveri Massi, ex consigliere regionale e attuale coordinatore regionale dell'Ncd. "L'ascesa di Renzi me l'aveva preannunciata lui quando ancora Renzi non lo conosceva nessuno. Diciamo che è il primo renziano d'Italia", scherza. E sulla persona: "Riflessivo, dialogante. Validissimo". "E' una persona di cui l'Italia ha bisogno: umile, estremamente competente, con un carattere misurato, che approfondisce le questioni", lo descrive il sindaco Pezzanesi, che aggiunge: "E' una persona di spessore culturale, adeguata a ricoprire un ruolo fondamentale in un momento delicatissimo come quello che stanno attraversando i comuni colpiti dal terremoto. Gli auguro di distinguersi per migliorare quanto nel Paese non si è ancora riusciti a fare".