Servono due milioni di votanti alle primarie: alza l'asticella dell'affluenza, Andrea Orlando, a pochi giorni dalle primarie per eleggere il segretario del Pd. E' questo il campo su cui si è spostata la battaglia, il dato più incerto rispetto a sondaggi che danno Matteo Renzi stabilmente in testa.
Il rischio, osservano i renziani, è che già lunedì gli sfidanti Orlando e Michele Emiliano mettano in discussione la forza del mandato al segretario proprio sulla base del numero dei votanti. Ma Renzi chiarisce che non ci sta: "Vince chi ha un voto in più. Non posso accettare che si metta in discussione il risultato". Nel 2013 furono circa 2,8 milioni i votanti alle primarie Dem che portarono Renzi alla guida del Nazareno.
Oggi l'asticella viene posta più in basso. Il Dem Andrea Romano parla di 1,5 milioni di votanti. L'ex premier non si sbilancia e si augura che siano "più" di un milione, ma aggiunge che definire un "flop" un eventuale risultato inferiore sarebbe niente altro che un "giudizio politico": "Se votasse una sola persona, sarebbero comunque 999.999 in più a decidere rispetto a quelle che decidono ad Arcore o nel blog di Grillo".