"Ora sto zitto per due anni". Matteo Renzi, segretario dimissionario del Pd, fa il suo esordio a Palazzo Madama da senatore. Saluta i parlamentari che lo incrociano e si districa tra i giornalisti: "Non parlo". Alla buvette offre il caffè a dieci colleghi e poi si fa guidare verso gli uffici del gruppo, per firmare l'adesione: "Ora ridurranno gli spazi, vero?", domanda, prima di posare per un selfie col figlio di Monica Cirinnà. Con chi lo incrocia scherza: "Parrini ha fatto la scelta migliore, si è seduto tra i senatori a vita". Alla buvette l'ex premier si ferma a parlare con Carlo Rubbia, incrocia Loredana De Petris e le chiede: "Quanti senatori ha LeU?".
Dopo l'interruzione della seduta dell'Aula per la riunione della giunta provvisoria, sciamano in fila i neo senatori. Renzi rimane tranquillamente seduto e scherza con i compagni di partito. Un caloroso abbraccio con la ministra Roberta Pinotti che sale al suo banco per salutarlo. E ancora strette di mano e sorrisi da parte di alcuni dei suoi. Vicino a lui, a due scranni di distanza, il giornalista Tommaso Cerno, neo eletto del Pd.
"Voglio capire come funziona qui. Forse farò parte della commissione Difesa, o magari la Cultura". Matteo Renzi sfugge le domande politiche, con i cronisti che lo assediano per il suo esordio al Senato. "Dovete imparare a ignorarmi", è l'invito. "C'è Martina, parla lui". Dopo aver ascoltato in Aula le parole di Napolitano, il neo-senatore si ferma nel gruppo Pd, con un gruppo di colleghi, con i quali scherza sulle future partite di calcetto "il martedì". "Ho riunito - racconta al termine - la corrente, che è minoritaria, dei sindaci, tutti quelli che hanno fatto il sindaco. Siamo una decina. Certo, è tutto un altro lavoro da sindaco e da premier, non ti fermi un attimo. Qui immagino che sarà diverso, si lavora meno...", dice mentre Andrea Marcucci, ex presidente della commissione Cultura, gli spiega che quando inizierà il lavoro parlamentare i ritmi si faranno intensi. Ora, racconta, "faccio il babbo. E poi corro, gioco a tennis, guardo tanti film, ora inizierò con le serie tv... Non mi sono occupato di altro. Tre Manifesti a Ebbing Missuori eccezionale, ma anche Borg McEnroe. Vi cito questa frase: 'La prossima partita non dura cinque set, dura un punto'. Si chiama punto secco, è un meccanismo psicologico che decide la partita".
E ancora: "Ho ripreso a correre, ma per la maratona ce ne vuole... A Firenze quando corro incontro antirenziani e renziani: i primi mi dicono 'stavolta non ce l'hai fatta' gli altri mi fanno i complimenti e io 'per cosa?' e allora loro virano su un più realistico "auguri". L'ex segretario Dem si gira a questo punto verso il senatore siciliano Davide Faraone: "Visto il brillante risultato ottenuto in Sicilia per tutta la legislatura paga lui il caffè, anche a quelli degli altri partiti...". Emozionato? "Ero già stato qui da premier", risponde. E ancora: "Io simpatico? In Italia non lo pensano tantissimi...". Prima di entrare in Aula per l'inizio della votazione sul presidente del Senato c'è il tempo di una stretta di mano con Emma Bonino. Tra i corridoi del gruppo Pd Renzi scherza invece con Alan Ferrari, senatore Dem e tenore, e gli accenna la canzone di Alan Sorrenti 'Dammi il tuo amore, non chiedermi niente...'. Con Gian Claudio Bressa, senatore Pd eletto in Trentino Alto Adige, scherza: "Saluto il capogruppo delle autonomie!". Poi però alla buvette salutando una senatrice delle Autonomie, la presenta così a Teresa Bellanova: "Ti presento la nuova capogruppo delle Autonomie: è una tosta".