"Vorrei andare via da qui, non ce la faccio più a convivere col terremoto": a dirlo, all'ANSA, è Ebe Meo, pensionata di Muccia, subito dopo aver messo in salvo l'auto e due vasi di gerani che si trovavano all'interno del garage della sua casa già sconquassata dal sisma del 2016, appena fuori dalla "zona rossa" del centro storico di Muccia, il paese più vicino alla scossa di 4.6 che ha colpito questa mattina prima dell'alba la zona tra Umbria e Marche, già pesantemente segnata dalle scosse di due anni fa.
La signora Ebe da alcuni mesi vive in una delle casette Sae, soluzioni abitative in emergenza, costruite per gli sfollati: "La scossa che ho sentito verso la fine della nottata è stata terrificante - racconta ancora visibilmente preoccupata - ha fatto sobbalzare tutto, nella casetta si è avvertita molto più forte che nelle altre abitazioni normali, ma ovviamente è più sicura".
Nonostante la paura non è uscita all'esterno dell'alloggio provvisorio, ma appena è diventato giorno il suo primo pensiero è stato quello di mettere in sicurezza la macchina, spiegando che è "l'unica cosa che mi è rimasta, non rischio che il garage crolli e me la schiacci. I due vasi di fiori che mi sono portata via - aggiunge Ebe - non hanno un significato importante, l'ho presi semplicemente per fare qualcosa, per tenermi impegnata e non pensare a questo nuovo terremoto". La pensionata spiega che sono "almeno due settimane che qui la terra ha ripreso a tremare con una certa violenza, la scossa di stanotte ci ha fatto ripiombare nella paura".