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Di Maio riferirà al Senato il 15 sulle crisi in Iraq, Iran e Libia

Lo riferisce la Difesa. L'opposizione chiede che il governo riferisca in Parlamento

Il 15 gennaio il ministro degli Esteri Luigi Di Maio riferirà al Senato sull'attuale situazione internazionale in particolare sulle crisi in Iran, Iraq e Libia. L'informativa è prevista alle 11.30, come ha deciso la conferenza dei capigruppo di Palazzo Madama.

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, a quanto si apprende da diverse fonti, ha convocato per venerdì mattina a Palazzo Chigi una riunione con i rappresentanti di maggioranza e opposizione per discutere delle missioni militari nell'area mediorientale, dopo l'escalation in Iraq. Il tavolo, al quale dovrebbero prendere parte i ministri Lorenzo Guerini e Luigi Di Maio, servirà - secondo fonti di maggioranza - anche a fare il punto sul dossier Libia.

Nessun militare italiano è rimasto ferito nell'attacco missilistico contro la base statunitense di Erbil e "i mezzi e le infrastrutture in uso al contingente militare italiano non hanno subito danni". Lo afferma lo Stato Maggiore della Difesa in una nota.

"In queste ore difficili siamo tutti vicini ai militari italiani in missione a Erbil e in tutto il territorio iracheno", scrive su twitter il commissario europeo Paolo Gentiloni.

"In questo momento è indispensabile agire con moderazione e prudenza". Lo ha sottolineato il ministro della Difesa Lorenzo Guerini in un colloquio telefonico con il collega iracheno Al Shammari per ricevere le sue valutazioni dopo gli attacchi della scorsa notte. "Ogni possibile soluzione - ha aggiunto Guerini - sarà affrontata insieme alla coalizione, con un approccio flessibile, anche per non vanificare gli sforzi fino ad oggi profusi".

"È accaduto quello che temevamo. L'Iran ha risposto al raid Usa lanciando decine di missili contro le basi militari di Ayn al-Asad e di Erbil in Iraq. Entrambe ospitano personale della coalizione internazionale anti-Isis, di cui fa parte anche l'Italia. In queste ore difficili esprimo a nome del governo anche tutta la mia vicinanza ai nostri militari e li ringrazio". Lo ha scritto su Facebook il ministro degli Esteri Luigi Di Maio.

"Seguiamo con particolare preoccupazione gli ultimi sviluppi e condanniamo l'attacco da parte di Teheran. Si tratta di un atto grave che accresce la tensione in un contesto già critico e molto delicato".

Intanto Forza Italia chiede che il governo riferisca sulla situazione. "Comprensibili ripiegamenti di militari italiani dislocati in Iraq, ipotesi addirittura di un blocco navale per impedire il traffico di armi verso la Libia, utilizzando l'operazione Eunavfor Med, altre vicende rilevanti impongono un immediato chiarimento in sede parlamentare", dice Maurizio Gasparri di Fi.

Ad Erbil si trova una parte consistente dei circa mille militari italiani attualmente presenti in varie località dell'Iraq. In particolare, dal 2015 è attiva la Task force Land composta da militari dell'Esercito che hanno compiti di addestramento dei peshmerga, le forze di sicurezza curde.

I militari italiani presenti ad Erbil sarebbero al momento circa 400, di cui 120 istruttori. Nessuno, viene ribadito, avrebbe subito conseguenze dopo l'attacco di questa sera.

La Task force land è inquadrata nel Kurdistan Training Coordination Center (KTCC), il cui comando è attribuito alternativamente per un semestre all'Italia e alla Germania: ad esso contribuiscono nove nazioni, con propri addestratori (Italia, Germania, Olanda, Finlandia, Svezia, Gran Bretagna, Ungheria, Slovenia e Turchia).

Gli istruttori militari italiani addestrano i peshmerga in varie discipline: dalla formazione basica di fanteria all'uso dei mortai e dell'artiglieria, dal primo soccorso alla bonifica degli ordigni improvvisati.

 

 

   

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