La ex Casa del Fascio di Predappio non sarà un museo del Ventennio, semmai un meno divisivo 'Centro documentazione e studi sulla storia del 900". E la cripta in cui riposa Benito Mussolini difficilmente avrà un custode dedicato a vegliare sulla sua apertura continuativa, a libro paga del Comune. Semmai un servizio di custodia dell'intero cimitero di San Cassiano, in cui si trovano anche le spoglie del Duce del fascismo che, nella a cittadina dell'appennino forlivese, nacque il 29 luglio del 1883.
A una settimana di distanza dalla lettera inviata al Comune romagnolo con cui gli eredi di Mussolini hanno chiesto "di procedere alla riapertura in maniera continuativa della cripta in condizioni tali da assicurarne la piena regolarità e immanenza nel tempo", il sindaco Roberto Canali, esponente del centrodestra, non dirime in maniera definitiva la questione, ma non pare fare troppe concessioni alla famiglia Mussolini. Se da un lato incontrerà i legali degli eredi per fare il punto della situazione, probabilmente nell'ultima settimana del mese di agosto, in attesa di chiarire con nettezza il futuro della cripta ha messo le mani avanti, precisando di non essere disponibile al pagamento di un custode dedicato ma, se del caso, a rendere più completo il servizio di custodia e tutela di tutto il cimitero.
D'altronde quello della struttura che ospita i resti di Mussolini è un tema di non poco conto, sulle alture forlivesi, che ha già provocato la forte contrarietà di Anpi e Cgil e che vede interessato anche il mondo del commercio cittadino visto l'impatto che l'apertura della cripta potrebbe avere sul turismo locale. Impatto che potrebbe essere assicurato anche dalla ex Casa del Fascio, da tempo al centro delle riflessioni per la sua trasformazione in un museo sulla storia della prima parte del '900 che, nella città natale del Capo del fascismo, rischia di essere legato al Ventennio. Se a Roma l'ipotesi di realizzare un museo del fascismo avanzata da tre consiglieri comunali del M5S è stata respinta con vigore dall'Anpi e dalle forze politiche della sinistra e 'cassata' dalla stessa sindaca, Virginia Raggi, a Predappio il primo cittadino ha modificato in "Centro documentazione internazionale sulla storia del primo 900", la denominazione "Centro documentazione e studi sulla storia del 900" voluta dal suo predecessore di centrosinistra Giorgio Frassineti. In attesa di capire cosa significherà operativamente la modifica introdotta, dal sindaco di Predappio, come riportato oggi anche dall'edizione bolognese di Repubblica, emerge la volontà di evitare di fare del centro un "museo permanente sul ventennio" e "un polo di polemiche e divisioni", ma semmai "una fonte promozionale per il nostro territorio e uno stimolo propositivo". Su questo fronte l'Amministrazione predappiese, potendo contare su circa 3 milioni e mezzo di euro già finanziati, è impegnata sul progetto di recupero del grande immobile della ex casa del fascio che, a differenza del progetto stilato dalla precedente giunta, non prevederà modifiche di destinazione d'uso dei vani, ma "la valorizzazione dell'architettura razionalista, evitando interventi che ne snaturino la sua funzionalità".