"Darei la vita perché la guerra
finisse domani": a dirlo dal fronte ucraino è Anton Shevchuk,
medico militare di 34 anni. E' in assetto da combattimento e
parla imbracciando un kalashnikov. L'ANSA l'ha raggiunto con una
videochiamata, nella tarda serata di domenica, all'interno
dell'ospedale militare di Bila Cerkva, città di 211 mila
abitanti a una novantina di chilometri a sud di Kiev.
Anton racconta di "aver dormito soltanto 7 ore dal 24
febbraio, il giorno in cui la Russia ha deciso di attaccare" il
suo Paese. "Quel giorno - prosegue - siamo stati bombardati
anche qui dove mi trovo. Ma io sono in guerra da otto anni,
dalla rivoluzione del 2014. La guerra è una cosa terribile. Vedi
morire i tuoi amici, i tuoi confratelli".
Anton sogna di farsi, un giorno, una famiglia e un'Ucraina che
"possa vivere sugli standard europei". Un'Ucraina - sottolinea -
senza paura e senza corruzione".
All'Italia e al mondo fa un appello: "Inviateci armi e
medicinali". Mentre dice di non credere al tentativo di
negoziato tra la Russia e il suo Paese che sarà avviato oggi.
"Come ha detto un generale tedesco - spiega Anton - il patto con
la Russia non vale nemmeno la carta sulla quale è stato
scritto".
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