Ancora un incidente, ancora nomi legati alla dirigenza russa tra le vittime: la lista di oligarchi e manager di Mosca, molti dei quali vicini al Cremlino, che hanno perso la vita negli ultimi mesi, si allunga. Gli ultimi nomi sono quelli di Vladimir Gabrielyan e Sergey Merzlyakov, rispettivamente vice amministratore delegato e alto dirigente del maggiore social network del Paese, VKontakte.
Entrambi morti in un tragico incidente: i due stavano partecipando a una spedizione nella regione autonoma di Nenets, nell'Artico russo, quando i fuoristrada anfibi su cui viaggiavano si sono ribaltati nel fiume Bolshaya Bugryanitsa. Trascinati in mare non hanno avuto scampo, mentre gli altri membri della spedizione, fra cui la moglie di Gabrielyan, sono stati soccorsi e salvati. I dettagli sono ancora pochi e niente fa pensare che non si sia trattato solo di un incidente. Ma il dubbio resta, anche alla luce dei poco chiari contorni delle vicende che hanno coinvolto altri dirigenti russi.
Come la morte di Andrei Krukowski, manager di un villaggio turistico di Gazprom, caduto da una scogliera a Sochi a inizio maggio. E, soprattutto, come i suicidi dei dirigenti di Gazprom Leonid Shulman, a gennaio, e Alexander Tyulyakov, trovato impiccato nel garage il giorno dopo l'inizio dell'invasione ucraina, insieme a quello del magnate dell'energia Mikhail Watford, morto tre giorni dopo Tyulyakov. Sospetti sono stati sollevanti anche per l'ex presidente dell'azienda di gas, Novatek, Sergey Protosenya, del miliardario Vasily Melnikov e dell'ex vicepresidente di Gazprombank Vladislav Avayev: tutti ritrovati senza vita insieme alle loro famiglie, in apparenti omicidi-suicidi.