Il leader sciita Moqtada Sadr ha intimato ai suoi seguaci armati di ritirarsi entro un'ora dalle strade dentro e attorno alla Zona Verde di Baghdad. Poco dopo i miliziani protagonisti degli scontri delle ultime ore hanno iniziato ad abbandonare le loro posizioni all'interno della superfortificata area della capitale.
Allo stesso tempo, a stretto giro anche l'esercitoi federale ha stabilito la revoca del coprifuoco che era stato decretato ieri su turro il territorio iracheno.
Sadr ha anche confermato la sua decisione di ritirarsi "definitivamente" dalla vita politica. Successivamente, in una conferenza stampa trasmessa in tv, ha chiesto pubblicamente scusa "al popolo iracheno" per i sanguinosi scontri. "Sono molto rattristato per quello che sta accadendo in Iraq... offro le scuse al popolo iracheno per quello che è successo". "La nostra patria è ora prigioniera della corruzione", ha aggiunto il leader sciita, in riferimento ai rappresentanti istituzionali iracheni. "La rivoluzione non si fa con le armi", ha detto Sadr, condannando l'uso della violenza e ribadendo il fatto che "le proteste devono rimanere pacifiche". Quindi, ha ringraziato l'esercito e le forze di sicurezza "per essere rimaste neutrali" durante gli scontri tra i sadristi e le milizie filo-iraniane.
L'esercito federale iracheno non è intervenuto finora negli scontri armati a Baghdad tra milizie sciite rivali. Sul terreno sono rimasti da ieri gli agenti delle forze di sicurezza e della polizia dipendenti dal ministero degli Interni.
Da parte sua, il ministro degli Esteri iraniano Hossein Amirabdollahian ha sottolineato, durante un incontro a Teheran con il suo omologo iracheno Fuad Hussein, che "è necessario che le questioni interne (in Iraq) siano risolte in ambito legale e senza che sia danneggiata l'autorità del governo". La sicurezza dell'Iran e dell'Iraq sono legate, ha detto Hussein affermando che l'Iraq non permetterà mai che il suo territorio venga utilizzato per portare avanti minacce contro l'Iran.
Baghdad, i sostenitori di Sadr si ritirano dalla Zona Verde
Frattanto, sale a 33 uccisi e circa 700 feriti il bilancio, non verificabile in maniera indipendente sul terreno, degli scontri armati dentro e attorno alla Zona Verde di Baghdad. Lo riferisce la tv al Arabiya, che cita il proprio corrispondente sul posto.
Secondo le fonti citate, circa 20 uccisi sono seguaci del leader sciita Moqtada Sadr, la cui decisione di ritirarsi dalla vita politica ha ieri innescato la violenta mobilitazione dei suoi sostenitori. Altre vittime si contano nelle file dei miliziani sciiti filo-iraniani rivali dei sadristi ma su questo non ci sono conferme.
Baghdad, i sostenitori di Sadr fanno il bagno nella piscina di un palazzo governativo
Il Ministro della Difesa Lorenzo Guerini, che sta seguendo con attenzione la situazione a Bagdad a seguito delle tensioni in corso, ha raggiunto telefonicamente nella giornata di ieri il generale Giovanni Maria Iannucci, Comandante della Nato Mission Iraq, di cui l'Italia detiene il Comando. Il Ministro - a Praga per la riunione informale dei Ministri della Difesa dell'Unione Europea - è stato, fa sapere la Difesa, costantemente aggiornato sugli ultimi sviluppi della situazione sul campo, ricevendo assicurazione che non ci sono rischi diretti per il personale del contingente italiano e di Nmi. "Ai nostri militari - ha ribadito Guerini - la riconoscenza del Governo e di tutti gli italiani per il delicato lavoro che svolgono per la stabilità della regione". La Missione Nato in Iraq è una missione - non combattente - di assistenza e addestramento che mira a sostenere l'Iraq nel rafforzamento delle sue istituzioni e forze di sicurezza, combattere il terrorismo e impedire il ritorno di Daesh. La Nmi, sottolinea il ministero, "è svolta nel pieno rispetto della sovranità del Paese e della sua integrità territoriale, in continuo contatto con le autorità locali, e in stretto coordinamento con l'Operazione Nato Inerent Resolve, l'Onu, l'Ue e le altre agenzie operanti nel Paese".