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Superbonus, Brancaccio(Ance): "Dare certezze o cala la credibilità"

"Serve norma certa, anche per fiducia a cittadini"

I costruttori chiederanno "una misura con regole certe e chiare, stabili nel tempo e sostenibili economiche che consentano programmazione alle imprese per gli investimenti e ai cittadini per le scelte". Ad affermarlo è la presidente dell'Ance Federica Brancaccio.

"Giusto guardare alle coperture - afferma all'ANSA - ma bisogna ricordare che il superbonus è nato in un momento di crisi per dare una spinta all'economia e l'ha data. Poi ci sono state modifiche. Questo mina le certezze. La sfiducia tra Stato e cittadini ha un costo sociale altissimo. Se nessuno si fida,tutto si blocca. Con un risvolto anche economico oltre che nelle urne".

 

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Ance e Abi hanno presentato al governo una proposta che prevede la possibilità per le banche di utilizzare a compensazione dei crediti i versamenti F24 delle imposte fatte dai loro clienti. Ma hanno anche chiesto che i crediti incagliati siano acquistati da società controllate dal ministero dell'Economia. "Non abbiamo interlocuzioni con il governo da venerdì - spiega la presidente dei costruttori - ma abbiamo letto positivamente il fatto che prima di incontrarci, lunedì pomeriggio, ci sarà un tavolo con l'Abi, Sace e Cdp. Non so cosa si ipotizza. Ma sono soggetti importanti da coinvolgere". Ma questo serve nell'immediato, mentre per stabilizzare il settore sono necessarie misure stabili, certe nel tempo e sostenibili economicamente per lo Stato. "Ci siamo dimenticati che il superbonus è nato in un momento straordinario, quando l'economia si era fermata per il Covid - ricorda Brancaccio - Una misura straordinaria che, utilizzando un settore che ha da sempre un impatto anticiclico, ha portato risultati. L'economia del 2021-22 non si è fermata. Poi ci sono stati problemi. Ma le truffe hanno riguardato altri bonus e non certo le società con una storia. Hanno buttato fango su una classe imprenditoriale".

L'Ance aveva chiesto di limitare i bonus a società certificate "mentre invece sul settore privato sono nate da un giorno all'altro 12mila società". Con un effetto paradosso: "Le società più sane sono partite dopo, hanno atteso i chiarimenti e sono rimaste intrappolate nella cessione dei crediti che le banche non riescono ad assorbire". Ora i costruttori chiedono "di non cambiare troppo le regole ma di risolvere quello che si sta facendo, scegliendo una misura stabile nel tempo e sostenibile economicamente. In pratica pensare una politica industriale per un settore importante". Anche perché in questo momento, oltre ai crediti incagliati, ci sono "moltissimi contenzioni tra condomini, professionisti, imprese, cittadini: ricevo messaggi di cittadini disperati e di imprese che hanno preso impegni e che ora non sanno come fare". E' in questo contesto che secondo la presidente Ance si rischia di minare la fiducia tra Stato e cittadini "che ha un costo sociale altissimo, abbiamo visto anche la partecipazione alle ultime elezioni, e anche un risvolto negli investimenti. Se non ci si fida tutto si ferma. Anche le banche aspettano soluzioni che si pensa arrivare". Le regioni, che si erano proposte di acquistare i crediti - possibilità bloccata proprio dall'ultimo decreto - "avevano capito il rischio sociale, non volevano certo acquistare crediti, ma erano delle sentinelle su quello che sta per accadere". Sul tema superbonus del resto si innestano anche altre criticità. Come quella del costo dei materiali. "Il governo ha messo delle risorse, che ci sono ancora, ma che non si riescono a dare perla farraginosità delle procedure: sono risorse che sono state usate solo in percentuali risibili. Ecco perché non è solo una questione di soldi, ma di regole semplici, chiare, automatiche. Senza le quali sarà difficile affrontare la sfida del Pnrr. Anche questi mancati pagamenti rischiano di rendere profonda la crisi di liquidità provocata dai crediti incagliati e di pesare sulla grande opportunità rappresentata dal Pnrr".
   

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