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Intesa sul premierato, in caso di sfiducia si torna alle urne

Intesa sul premierato, in caso di sfiducia si torna alle urne

Premier di riserva solo in casi di malattia, morte o decadenza

ROMA, 05 febbraio 2024, 16:56

Redazione ANSA

ANSACheck

Una veduta di Palazzo Chigi - RIPRODUZIONE RISERVATA

Una veduta di Palazzo Chigi -     RIPRODUZIONE RISERVATA
Una veduta di Palazzo Chigi - RIPRODUZIONE RISERVATA

Un ritorno alle urne in caso di sfiducia del premier eletto e per quello di riserva - che subentra solo in casi eccezionali come "nei casi di morte, impedimento permanente, decadenza"- invece solo una chance di dare vita a un nuovo esecutivo. Sono le principali novità della norma anti-ribaltone contenuta nel ddl premierato e su cui, secondo quanto si apprende, il centrodestra avrebbe raggiunto un accordo. 

Il nuovo articolo 4 prevede quindi che se il premier viene sfiduciato "mediante mozione motivata, il presidente della Repubblica scioglie le Camere". Inoltre se si dimette volontariamente e "previa informativa parlamentare" (altra novità del testo) il premier "può proporre, entro sette giorni, lo scioglimento delle Camere al presidente della Repubblica, che lo dispone".

Qualora non venga esercitata la facoltà di proporre lo scioglimento delle Camere e "nei casi di morte, impedimento permanente, decadenza", il capo dello Stato può incaricare "per una sola volta nel corso della legislatura" il premier dimissionario o "un altro parlamentare eletto in collegamento con il presidente del Consiglio".

I nuovi emendamenti alla riforma del premierato - che hanno avuto il via libera dei leader di centrodestra e tra cui quelli sulla norma anti ribaltone - sono presentati dal governo (e non dai capigruppo di maggioranza, come inizialmente previsto). A dirlo all'ANSA è il senatore di FdI, Alberto Balboni, che è anche relatore del provvedimento e presidente della commissione Affari costituzionali del Senato sottolineando che "così si rafforza il senso dell'intesa raggiunta". Scaduto intanto il termine per presentare le proposte di modifica (oggi alle 12): a questo punto si dovrà riaprire il termine per proporre eventuali sub emendamenti. 

Dal Pd 817 emendamenti tra cui cancellierato 

Sono 817 gli emendamenti al premierato presentati dal Pd, in maggioranza soppressivi e ostruzionisti, ma anche "una decina qualificanti che delineano una proposta alternativa che guarda al modello tedesco, con sfiducia costruttiva, Parlamento in seduta comune e innalzamento dei quorum di garanzia, per evitare che la maggioranza pro tempore si scelga da sola le figure di garanzia".

Lo spiega il capogruppo del Pd in commissione Affari costituzionali Andrea Giorgis, che chiede alla maggioranza di ritirare l'elezione diretta e "aprire un confronto vero"

Da Avs 1.014 emendamenti

Il gruppo di Avs in Senato ha depositato oltre mille emendamenti al premierato, per la precisione 1.014, preparandosi a una battaglia ostruzionistica. Lo si apprende dal gruppo stesso presieduto da Peppe De Cristofaro.

Da M5s 12 emendamenti "chirurgici" 

Sono 12 gli emendamenti di M5s al premierato, "soppressivi e sostitutivi". Lo spiega all'Ansa Alessandra Maiorino, vicepresidente del Gruppo al Senato. "Nessuno - dice - è meramente ostruzionistico. Sulla Costituzione non si gioca come fece Calderoli con 450 mila emendamenti". In ogni caso i pochi emendamenti chirurgici "sono piccole cariche piazzate sotto l'architrave di questa follia".

Da Iv 16 emendamenti, anche su bicameralismo

"Sono 16 gli emendamenti presentati al Senato da Italia Viva al ddl costituzionale sul premierato, a firma Enrico Borghi e Dafne Musolino. Gli elementi qualificanti riguardano il principio del 'Simul simul', con la cancellazione della norma anti-ribaltone e del pasticcio del 'secondo premier'. L'abolizione del bicameralismo paritario e l'istituzione del Senato delle autonomie, con la riscrittura dell'articolo 55 della Costituzione. La possibilità data al premier di nominare e revocare i ministri. E il limite dei due mandati per il presidente del consiglio eletto direttamente dai cittadini". Così una nota dell'Ufficio stampa di Italia Viva.

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