Due presidenti, Sergio Mattarella e Frank-Walter Steinmeier, simbolicamente mano nella mano a Marzabotto. Per non disperdere il ricordo, per dare corpo al percorso di riconciliazione italo-tedesca, in nome dell'unità dell'Unione europea.
Sono tanti e profondi i significati di una eccezionale visita congiunta dei presidenti di due Paesi sconfitti nella seconda guerra mondiale dei quali il primo, l'Italia, ebbe parziale immediato riscatto grazie alla guerra di Liberazione e il secondo, la Germania, sembra ancora non essersi affrancata del tutto dai sensi di colpa degli orrori nazisti e sta vivendo un preoccupante rigurgito di sentimenti filo-nazisti.
Mattarella e Steinmeier, entrambi al secondo mandato, sono ormai amici, si capiscono con un'occhiata ed hanno passato tre giorni sempre insieme durante la visita del capo dello Stato in Germania. E insieme viaggeranno oggi da Colonia per raggiungere Bologna e poi Marzabotto. I sentimenti di questa celebrazione sono stati ben spiegati da Steinmeier che ha detto di venire in Italia con "profonda umiltà": "il massacro di Marzabotto è uno dei molti crimini delle SS e della Wehrmacht commessi in Italia. Crimini che hanno lasciato ferite profonde in Italia".
Un percorso di riconciliazione, dicevamo, non facile e portato avanti dal Quirinale anche prima dell'avvento di Mattarella. Il ruolo del Colle è stato determinante per superare rancori, ferite e pregiudizi, per poter parlare da qualche anno di compiuta riconciliazione italo-tedesca. Non è infatti la prima visita di un presidente tedesco a Marzabotto: fu grazie alla determinazione di Carlo Azeglio Ciampi - aveva un legame speciale con la Germania - che nel 2002 il presidente federale Johannes Rau compì il primo passo.
Fu una visita storica, di grande impatto emotivo e fondamentale per le relazioni italo-tedesche. Seguendo l'iniziativa avviata da Ciampi, i Presidenti Giorgio Napolitano e Joachim Gauck, resero omaggio il 24 marzo del 2013 a Sant'Anna di Stazzema, commemorando le 560 vittime della strage nazista del 12 agosto 1944. Quindi Sergio Mattarella che ha sempre avuto una sensibilità particolare sul tema: il giorno stesso dell'elezione al Quirinale il suo primo atto ufficiale fu una visita alle Fosse Ardeatine a Roma. Ci tornò poi con Steinmeier nel maggio del 2017. Quindi, ancora insieme, il 25 agosto del 2019, a Fivizzano per commemorare il settantacinquesimo anniversario dell'eccidio del 1944.
In quest'ultima occasione, Steinmeier, si espresse in italiano: "mi inchino dinanzi ai caduti delle stragi di Fivizzano. Vi chiedo perdono per i crimini qui commessi da mani tedesche". Ad ottant'anni da quei tempi, grazie a questi presidenti, la forza delle scuse si fonde con quella del perdono.
"La giustizia - ha detto il cardinale arcivescovo di Bologna Matteo Zuppi, presidente della Cei - è più forte della vendetta". All'inizio della celebrazione, l'arcivescovo di Bologna ha anche ricordato Ferruccio Laffi, sopravvissuto alla strage e testimone dell'eccidio, scomparso nel gennaio del "Il male è molto più pericoloso se non c'è la giustizia - aggiunge Zuppi - . La ricerca forsennata dell'occhio dell'altro non fa recuperare il proprio ma perdere anche l'altro. Il male si combatte con l'amore". L'arcivescovo di Bologna cita anche "le tante complicità invisibili. Come è stato possibile che il male si impossessasse così delle persone. Come è possibile arrivare a uccidere innocenti ingiustamente. Questa è una domanda inquietante. Come è possibile godere della sofferenza, oltraggiare i morti, o che muoia la pietas. Riportiamo la vita dove c'è la morte".
LA DIRETTA
Anpi: La strage nazifascista di Marzabotto memoria dell'Italia intera
"Oggi, 80 anni fa la strage nazista, con l'attiva collaborazione dei fascisti, a Monte Sole, nei territori di Marzabotto, Grizzana Morandi e Monzuno: 770 vittime. La più efferata d'Europa nel corso della seconda guerra mondiale. Oggi questa memoria è dell'Italia intera, la storia oggi interroga tutte le coscienze, chiede vigilanza, partecipazione democratica, senso di responsabilità per il presente e il futuro. Il nazi-fascismo ha distrutto milioni di vite, calpestato i diritti umani, criminalizzato, torturato e insanguinato il dissenso, segnato vergognosamente il mondo. E allora, mai più. Tutti con e per la Costituzione, faro e guida di civiltà, democrazia, diritti. Antifascismo, in una parola".
Lo affermano in una nota il presidente nazionale dell'Anpi, Gianfranco Pagliarulo, e quella di Bologna, Anna Cocchi.
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