Mai come in questi tempi di contrapposizione servirebbero tanti Marco Polo con il suo spirito di ascolto, aperto alle ragioni di chi è diverso, di chi è straniero. Sergio Mattarella affida alla figura di Marco Polo, viaggiatore e scrittore veneziano della fine del 1200, amatissimo forse più in Cina che in Italia, le sue riflessioni dopo i colloqui politici avuti a Pechino con il presidente Xi Jinping. E spiega anche perchè arrivando ad Hangzhou, una delle sette capitali storiche cinesi che conquistò il viaggiatore veneziano per la sua bellezza e la sua cultura.
"Marco Polo ha indicato quello che caratterizza il rapporto tra civiltà orientale e occidentale: il rispetto reciproco, la volontà di apprendere gli uni dagli altri, di mettere insieme conoscenze per una crescita in comune". E invece oggi troppi "alimentano contrapposizioni e coltivano incompatibilità", sottolinea il capo dello Stato in una intervista esclusiva alla televisione CGTN gestita dal partito comunista. La realtà è che, spiega Mattarella al pubblico cinese, l'umanità ha davanti "tante sfide globali che nessun Paese da solo può affrontare". La situazione "richiederebbe invece una concordia mondiale, una convergenza per affrontarle insieme. Ed è paradossale che stia avvenendo il contrario in questo periodo, che si sviluppino le guerre e che si alimentino contrasti".
Il filo del ragionamento presidenziale è chiaro da tempo ma le discussioni avute con le autorità cinesi hanno rafforzato le sue convinzioni rispetto a un mondo che si chiude, alza steccati e mostra segni sempre più evidenti di ritorni a pregiudizi anacronostici e paure spesso fomentate.
Guerra e protezionismi sono stati il piatto forte del confronto politico avuto a Pechino dove gli occhi erano e sono puntati a Bruxelles sede delle trattative sino-europee sui dazi alle auto elettriche. Il presidente non si stanca di ripetere come "i mercati debbano essere aperti": "ogni messaggio che induce alla collaborazione politica, economica e commerciale è un modo per rafforzare la pace. Perché mercati aperti, collaborazione commerciale significano interessi comuni che vengono coltivati. E questo è - sottolinea Mattarella - l'antidoto alle contrapposizioni e alla guerra. Ed è uno strumento che consente di crescere socialmente come benessere delle popolazioni, e consente la strada alternativa alla contrapposizione. Per questo, tutte le iniziative che richiedono collaborazione, anche economica e commerciale, oltre che a scambi culturali, sono preziose".
Ecco lo spirito di Marco Polo che sta facendo da collante nell'amicizia tra Italia e Cina. Un modo di porsi che piace ai cinesi: "vi è un'esigenza crescente al mondo - e lo vediamo in questa stagione politica internazionale - di recuperare quello spirito in cui incontrarsi, dialogare, apprendere vicendevolmente è il modo per crescere tutti insieme", aggiunge il presidente ricordando che è proprio questo "quello che Marco Polo ha lasciato di più importante, accanto alla descrizione dei luoghi e di quel che ha vissuto".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA