/ricerca/ansait/search.shtml?tag=
Mostra meno

Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Civili di Aleppo nella morsa, 'non possiamo uscire'

Civili di Aleppo nella morsa, 'non possiamo uscire'

Tajani: 'Seguiamo gli italiani, si rischia collasso migratorio'

ROMA, 01 dicembre 2024, 20:17

Redazione ANSA

ANSACheck

(di Stefano Intreccialagli) Ancora una volta sono i civili a fare le spese della guerra riesplosa in Siria, intrappolati come in un limbo di morte e caos mentre gli schieramenti si danno battaglia attorno ad Aleppo, dalla quale per il momento sembra praticamente impossibile uscire nonostante gli sforzi umanitari portati avanti dai Paesi occidentali - Italia compresa - sotto l'ombrello dell'Onu.
    Il ministro degli Esteri Antonio Tajani assicura che da Roma e dall'ambasciata a Damasco si segue "minuto per minuto la situazione dei nostri connazionali", esprimendo in mattinata un "moderato ottimismo" su un epilogo positivo per i 120 italiani e italo-siriani in città, un piccolo gruppo dei quali è pronto a partire con un convoglio delle Nazioni Unite diretto a Damasco.
    Ma col passare delle ore, si fa concreto il timore che le violenze costringano i civili a restare, come testimoniato anche da Davide Chiarot, operatore della Caritas Italiana che vive non lontano dal centro di Aleppo, nella Comunità del Movimento dei Focolari: "L'ambasciata francese stava organizzando un convoglio sperando di uscire da Aleppo ma per oggi non è possibile, sembra siano in aumento gli scontri nelle aree fuori dalla città", ha raccontato l'operatore, che si trova in Siria da due anni.
    "La preoccupazione maggiore delle persone è quella di far scorte, non si sa bene cosa può succedere e la gente cerca di prepararsi portando a casa quello che può", ha raccontato Chiarot, spiegando che nel quartiere dove vive i servizi come acqua e luce sono regolari. "Ogni tanto da lontano si sentono dei colpi, e c'è molta preoccupazione per l'evoluzione della situazione. Il problema è lasciare Aleppo: l'autostrada che porta a Damasco è chiusa da giorni e percorrere la strada alternativa è abbastanza complicato. Si sono create lunghe file di pullman e auto: normalmente da Aleppo per raggiungere Damasco ci vogliono 6 ore, in questo momento si può arrivare anche impiegarne 24".
    L'operatore ha confermato gli sforzi dell'ambasciata italiana a Damasco per far uscire gli italiani che sono rimasti ad Aleppo. "E' difficile passare dal Nord e andare da Aleppo verso Damasco, stiamo vedendo con la nostra ambasciata come potere aiutare i nostri", ha sottolineato il ministro Tajani, ribadendo il rischio di un "collasso migratorio" che riporta alla memoria l'esodo record dei rifugiati siriani nel 2015. "Sono molto preoccupato per quello che sta accadendo in Siria, per le migliaia di morti che rischiamo di avere ancora. Siamo a livello di centinaia ma, se scoppia una guerra civile, ci saranno delle ricadute anche migratorie, così come ci sono state in occasione della prima guerra civile siriana". In ogni caso, secondo il vicepremier, i ribelli "hanno fatto sapere che non ci sono pericoli per i cittadini che non sono combattenti, e in modo particolare c'è attenzione sugli italiani. Siamo convinti che le cose per quanto riguarda i nostri cittadini", 300 in totale in Siria, "possano andare nella giusta direzione".
    La speranza è di trasferire il prima possibile i connazionali, mettendoli in salvo da una guerra che continua a mietere vittime: da mercoledì oltre 400 persone sono rimaste uccise negli scontri, 61 i civili accertati.
   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Da non perdere

Condividi

O utilizza