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Lo strappo di Belloni, dimissioni dal 15 gennaio

Lo strappo di Belloni, dimissioni dal 15 gennaio

La decisione comunicata il 23 dicembre. Subito il successore

ROMA, 07 gennaio 2025, 11:37

Massimo Nesticò

ANSACheck
Elisabetta Belloni - RIPRODUZIONE RISERVATA

Elisabetta Belloni - RIPRODUZIONE RISERVATA

 Per una maestra della diplomazia come Elisabetta Belloni, lo strappo è pesante. Si dimette - dal 15 gennaio, con quattro mesi di anticipo rispetto alla scadenza naturale di maggio - da direttore del Dis mentre sono febbrili le trattative per riportare a casa Cecilia Sala. La notizia è uscita oggi ma, a quanto si apprende, la decisione sarebbe stata comunicata alla premier Giorgia Meloni con una lettera lo scorso 23 dicembre. Una scelta personale, non legata all'assunzione di altri incarichi, ha fatto trapelare l'ambasciatrice. Ma ci sono voci di un possibile ruolo nel gabinetto della presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, che la attenderebbe a breve. Per il governo un nodo da sciogliere al più presto. Con un'accelerazione del percorso per arrivare già nel prossimo Consiglio dei ministri in settimana ad indicare il successore.


Nominata alla guida del Dis nel maggio 2021 dal premier Mario Draghi - prima donna a capo di un'agenzia dell'intelligence - Belloni ha stabilito un rapporto saldo con Giorgia Meloni, che nel marzo scorso l'ha nominata sherpa per il G7 a presidenza italiana, incarico concluso il 31 dicembre. Dalla carriera diplomatica - è stata capo dell'Unità di crisi della Farnesina e capo gabinetto del ministro degli Esteri Paolo Gentiloni - ai servizi, l'ambasciatrice ha mantenuto inalterato il suo profilo di 'civil servant' efficiente e decisa. Le sue doti diplomatiche sono un prezioso strumento da impiegare quando si siede sulla poltrona di capo del Dipartimento che deve coordinare le due agenzie di intelligence, Aisi ed Aise. Ha superato con aplomb anche la bocciatura - sulla linea del traguardo - della sua candidatura a presidente della Repubblica, nel gennaio 2022.
Di un suo addio anticipato al Dis si parlava da tempo. Il nome di Belloni è uscito fuori quando si è trattato di individuare il nome del commissario italiano per la nuova Commissione europea. Poi la scelta è ricaduta su Raffaele Fitto.


Lo scorso 12 dicembre, in occasione del tradizionale brindisi per il saluto di fine anno a Piazza Dante, sede dell'intelligence, il discorso del direttore del Dis era apparso ai presenti quasi come un commiato. La lettera di dimissioni, con ringraziamenti a Meloni, risale al 23 dicembre, con l'indicazione che sarebbero scattate il 15 gennaio. Un intervallo temporale sufficiente per consentire un ordinato confronto tra le forze di governo allo scopo di individuare un nome condiviso, che abbia anche l'avallo del Quirinale, come sempre accade per caselle così importanti.
C'è chi ipotizza dissapori sorti in relazione alla gestione del caso Sala, dalla quale Belloni sarebbe rimasta tagliata fuori. Non era presente all'ultimo vertice a Palazzo Chigi dello scorso 2 gennaio. Altre voci indicano rapporti poco fluidi con il direttore dell'Aise, Giovanni Caravelli e con il sottosegretario Alfredo Mantovano. Quest'ultimo oggi ha affrontato il tema nella sua audizione al Copasir protrattasi per due ore e mezza, rispondendo alle domande dei membri dell'organismo.


Di certo un polverone di cui il governo avrebbe fatto volentieri a meno in una fase così delicata. L'obiettivo ora è di chiudere la partita al più presto nominando il nuovo direttore del Dis già nel prossimo Consiglio dei ministri che potrebbe tenersi mercoledì. L'intenzione dell'esecutivo, si apprende, sarebbe quella di non toccare l'assetto attuale di vertice delle agenzie. Resterebbero così al proprio posto Giovanni Caravelli (Aise) e Bruno Valensise (Aisi). Possibile una soluzione esterna all'intelligence: un ambasciatore, in continuità con Belloni; o un generale, come il comandante della Guardia di finanza, Andrea De Gennaro. Senza escludere la promozione di uno di vicedirettori delle agenzie, a cominciare da quelli del Dis, Giuseppe Del Deo e Alessandra Guidi (quest'ultima in scadenza ad agosto), dell'Aise Francesco Paolo Figliuolo e Carlo Zontilli e dell'Aisi Carlo De Donno e Vittorio Rizzi. 

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