"Il decreto scuola ha portato una soluzione positiva che è quella della riapertura della graduatorie di istituto al personale laureato e soprattutto alla riapertura di graduatorie provinciali che saranno utili per l'assegnazioni delle supplenze. Ma il rinvio dei concorsi dovuto alla pandemia porterà al record di 'supplentite' da inizio anno". Lo dice Marcello Pacifico, segretario confederale Cisal e presidente di Anief, l'Associazione nazionale insegnanti e formatori che oggi a Roma ha partecipato agli Stati generali, convocati dal premier Conte, a Villa Pamphili. "Questo non va bene né per i precari né per le famiglie - aggiunge - e non va bene soprattutto per chi si ritrova inserito nelle graduatorie di Stato, con titoli regolati dallo Stato in un sistema che per trent'anni è stato utilizzato dallo Stato italiano per assumere il personale docente Ata e ora non capisce perché non debba essere assunto e debba essere continuato a essere chiamato da precario". Pacifico è convinto che servono emendamenti da fare al decreto bilancio, "li abbiamo proposti -dice - speriamo che questi presentati siano tra quelli segnalati e che il governo finalmente cominci a combattere la partita del precariato assumendo i precari". "Abbiamo voluto ribattezzare la didattica a distanza didattica di emergenza - osserva Pacifico - perché è stata una scommessa forzata alla quale la scuola italiana non era preparata. Ora è molto importante attivare gli assistenti digitali nelle scuole, tuttavia non si può fare un rapporto di apprendimento tra alunno e discente a distanza. Dobbiamo ripartire con le scuole in sicurezza a settembre ma dobbiamo rifare le classi, non possiamo avere classi pollaio, massimo 17 alunni per classe. Servono edifici - prosegue - li avevamo, ne abbiamo dismessi 15 mila e li dobbiamo riprendere. Ma ci vogliono più insegnanti e più personale Ata anche per igienizzare. Un collaboratore scolastico ha 30 minuti per igienizzare e il comitato tecnico scientifico ci chiede ore.Dunque, serve un piano straordinario di assunzioni, le persone ci sono, dobbiamo solo assumerle", conclude.
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Anief