"Dalla rivoluzione verde alla rivoluzione Bio. Il biologico tra presente e futuro". E' il messaggio che arriva dal convegno di apertura del Sana, a conclusione degli 'Stati generali del biologico', l'iniziativa promossa da BolognaFiere in collaborazione con FederBio e AssoBio, e con il sostegno di Ita-Italian Trade Agency. Giunta alla 31esima edizione, la kermesse si svolgerà fino a lunedì nel quartiere fieristico che, per ospitare le oltre mille aziende espositrici e le delegazioni straniere provenienti da oltre trenta Paesi del mondo, ha messo a disposizione i nuovi padiglioni raggiungendo così una superficie complessiva di 60mila metri quadrati.
"L'Unione Europea crede fermamente nell'importanza delle produzioni da agricoltura biologica ed è per tale ragione che sostiene la crescita di questo mercato con un forte indirizzo politico e un sostegno diretto agli agricoltori", ha spiegato Phil Hogan, Commissario europeo per l'Agricoltura e lo Sviluppo Rurale, aprendo il dibattito di questa mattina. Gianpiero Calzolari, Presidente BolognaFiere, è intervenuto invece a ricordare che "il biologico si è conquistato nel giro di pochi anni un ruolo di primo piano per l'agroalimentare, passando da elemento di nicchia a driver per lo sviluppo e la crescita". Nel corso del convegno, è stato presentato il "Manifesto del Bio 2030", frutto del confronto delle istituzioni e associazioni coinvolte negli 'Stati Generali del Bio' e articolato in 10 punti programmatici: tra questi, solo per citarne alcuni, la necessità di un'agricoltura attiva per affrontare la sfida climatica, l'importanza dell'approccio agro-ecologico, il ruolo cruciale di regolamentazione e controlli e l'adozione di un logo nazionale.
Roberto Zanoni, Presidente AssoBio, ha presentato i nuovi dati sull'andamento del mercato biologico che "nonostante una situazione economica italiana non particolarmente brillante - ha spiegato -, si confermano positivi, soprattutto per l'export, che ha visto nel 2018 un'ulteriore crescita del 10%, superando i 2 miliardi e 200 milioni di vendite, che rappresentano ora più del 5% dell'esportazione agroalimentare italiana". Anche il mercato interno è cresciuto in modo positivo di oltre il 5% a confronto con la staticità del settore alimentare convenzionale, attualmente in linea con l'inflazione.
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