Durante la pandemia hanno vissuto un’età dell’oro, spesso unico un ponte per rimanere connessi al mondo reale. Ma quanto i media digitali sono realmente penetrati nel settore culturale? E quali saranno gli scenari futuri del new normal della fruizione culturale e turistica? È il tema del XII Rapporto Civita dedicato a “Next generation culture. Tecnologie digitali e linguaggi immersivi per nuovi pubblici della cultura” (ed.Marsilio) illustrato oggi alla presenza del Ministro della cultura Dario Franceschini. La ricerca, realizzata con ICOM Italia, ha sondato il tema secondo tre prospettive: musei, utenti e imprese dei comparti tecnologici che lavorano con il mondo della cultura. Dai dati emerge un significativo incremento dell’offerta digitale dei musei, principalmente attraverso social media già in uso, attivazione di nuovi canali (in primis YouTube) e la realizzazione di nuovi contenuti (nella forma di tour virtuali, video, live webinar e podcast). Le collezioni sono diventate protagoniste della comunicazione digitale, proponendo i anche approfondimenti sui tesori custoditi nei depositi e attivando una riflessione anche sulla necessità di occuparsi della loro digitalizzazione. Ma la comunicazione digitale non è ancora accompagnata da un vera strategia, adeguate figure professionali e investimenti a lungo-medio termine.
"Dobbiamo esplorare questo nuovo territorio enorme" nato o accelerato dalla pandemia, commenta Franceschini, ricordando l'impegno del Mic con la piattaforma ItsArt. "Le priorità oggi - aggiunge Simonetta Giordani, segretario generale dell'Associazione Civita - sono comprendere le nuove esigenze del mondo dei beni culturali, avere una visione a lungo periodo, fare rete fra tutti gli attori coinvolti e accogliere l'idea dell'evoluzione del museo, che non sarà più solo un luogo dove esporre opere ma diventerà importante anche per quello che c'è intorno".
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CIVITA