TORINO - Serve una svolta nella contrattazione e la "chiave" per il secondo livello, quello che si negozia sul territorio, sta nella "formazione". Questo il monito che arriva dal presidente di Fonarcom, Andrea Cafà. Un appello lanciato in occasione del Festival del Lavoro 2017, nel corso del convegno organizzato dal fondo interprofessionale. La contrattazione non si può fermare alla retribuzione, ma deve estendersi e oltre al welfare investire anche le competenze, ovvero il 'saper fare'.
"Occorre contrattare anche la crescita professionale, sia per mantenere il posto di lavoro che per migliorare l'occupabilità", ovvero la possibilità di trovarlo o ritrovarlo, spiega Cafà, alla guida del fondo dedicato proprio alla formazione e che oggi conta 150.000 aziende e 980.000 lavoratori. Il luogo giusto per trattare la formazione secondo Cafà è "la contrattazione di secondo livello". Un modello che oggi ha un esempio a cui guardare: il contratto intersettoriale del commercio e del turismo, per le Pmi del sistema bilaterale Cifa-Confsal. Un contratto, sottolinea Cafà, "con cui abbiamo sostituito lo scatto di anzianità a quello di competenza, per cui dopo tre anni e tot ore di formazione hai un'indennità".
Un'idea sposata anche dal presidente della commissione Lavoro del Senato, Maurizio Sacconi (Energie per l'Italia). La formazione, spiega intervenendo al dibattito, "può diventare efficace nella contrattazione di secondo livello, laddove ci si guarda negli occhi", "sul campo", magari anche "collegando gli incrementi retributivi alla crescita delle competenze". Infatti per Sacconi è ora di sperare "le rigide mansioni, gli inquadramenti che ieri tutelavano il lavoratore dalla sottovalutazione ma oggi rischiano di essere un ostacolo per chi è dinamico".
Il seminario di Fonarcom sulla contrattazione di secondo livello ha coinciso anche con il "battesimo" del centro studi Incontra, presieduto da Salvatore Vigorini, secondo cui "lo 'scatto di competenza' è un modello che va replicato". Certo, riconosce Vigorini, "serve uno sforzo per superare le resistenze". Timidezze e timori, spiega, che possono essere cancellati "informando lavoratori e imprese dei vantaggi". In questo senso, evidenzia il presidente di Incontra, sarebbe necessario dare una spinta a tutta la contrattazione di secondo livello. Ed ecco perché non è malvista l'ipotesi di "introdurre un salario minino legale e lasciare il resto alla contrattazione territoriale".
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