Il lavoro da casa spinge verso l'alto ambizioni e voglia di meritocrazia? Pare proprio di sì, stando agli esiti dello studio sullo 'smart working' realizzato Centro studi InContra, su impulso dell'associazione datoriale Cifa, dal sindacato Confsal e dal fondo interprofessionale FonARCom: l'82% della platea degli interpellati, infatti, si legge, sembrerebbe favorevole alla possibilità di essere valutati in merito alla capacità di raggiungere i propri obiettivi lavorativi, tuttavia "il dato scende al 60%, nel caso in cui si chiedeva di immaginare la propria retribuzione legata al raggiungimento degli obiettivi". E questa impostazione arriverebbe da una "spinta motivazionale" sorta durante il 'lockdown' che ha costretto i lavoratori italiani a compiere nelle proprie residenze le mansioni assegnate, però permangono timori legati ad "una resistenza culturale e ad una mancanza di fiducia nei confronti dell'azienda e dei possibili valutatori", dunque, non tutti gli addetti vorrebbero che la loro paga fosse commisurata all'ottenimento dei risultati. Una circostanza che il presidente di Cifa e di FonARCom Andrea Cafà, rispondendo anche a nome del segretario generale della Confsal Angelo Raffaele Margiotta, spiega così: gli oltre 8 lavoratori su 10 che puntano alla 'pagella' per obiettivi costituiscono un elemento "estremamente positivo", dichiara, mentre la discesa al 60% di coloro che unirebbero risultati e retribuzione è la dimostrazione della "crisi del modello aziendale esistente", perché è ancora fondato sul "conflitto tra datore di lavoro e personale", su cui urge intervenire, visto che non fa bene all'intero mondo produttivo. L'indagine si è basata su 1804 questionari, con un tasso di rispondenza maggiore da parte di un pubblico femminile (il 59% del campione è rappresentato da donne, circa il 40% da uomini, una percentuale dell'1% ha preferito non fornire il dato), e circa 30% di chi è intervenuto svolge un ruolo da responsabile, mentre circa il 70% è collaboratore, mentre sul totale di chi ha partecipato alla ricerca "circa il 21% lavora nel settore pubblico, il 79% nel privato".
In collaborazione con:
Fonarcom