La ricerca di soluzioni per far fronte al lockdown ha portato a vendere on line oltre 4 microimprese su 10 intervistate in un'indagine del provider di domini e servizi web GoDaddy. Al 29% che delle imprese del campione che vendeva online già prima dell’emergenza sanitaria, si è aggiunto un 13% che ha attivato strumenti di vendita digitali per far fronte alle misure anti-Covid.
I più usati sono stati canali whatsapp per raccogliere gli ordini, ecommerce tradizionali e social media. Complessivamente le imprese italiane hanno un basso livello di maturità digitale, pari a 56 su 100 nel 2020, secondo il Digital index Pmi di Go Daddy, che analizza 120 parametri di 4.000 PMI con un sito web. Rispetto al 2019 c'è stato un miglioramento di due punti, soprattutto grazie ai progressi nell'ottimizzazione dei siti per i cellulari e nell'organizzazione e nella navigabilità dei contenuti pubblicati. "Sembrerebbe la crescita dell'indice, anno su anno, sia minima, due punti percentuali, però in realtà ci dice che c’è un grandissimo margine di miglioramento e per cui c’è anche una grande opportunità di recupero dalla crisi grazie al digitale", afferma il regional director di GoDaddy per Italia, Spagna e Francia, Gianluca Stamerra che indica "due pilastri" per una ripresa delle imprese trainata dal digitale. "Crediamo - osserva Stamerra - che la chiave sia probabilmente un investimento su due pilastri che sono, da un lato, gli strumenti tecnologici nella digitalizzazione e, dall'altro, la formazione nella digitalizzazione, affinché i piccoli imprenditori sappiano come poter investire e poter dedicare le proprie risorse fisiche, monetarie e mentali nella digitalizzazione". "La richiesta di formazione è fortissima", dice il manager alla luce anche dell'esperienza dei corsi gratuiti della GoDaddy school of digital, che tornerà, anticipa, "in una nuova edizione potenziata nel 2021". La prima edizione ha visto 2 mila partecipanti. Un ruolo importante lo giocano evidentemente le politiche pubbliche, tanto più che la bozza del piano di ripresa e resilienza destina al digitale quasi 50 miliardi di euro. "Abbiamo visto negli anni che laddove ci sono stati degli finanziamenti importanti abbiamo visto una maggiore crescita del livello di digitalizzazione, penso due anni fa alle Marche, laddove i finanziamenti sono stati interrotti, la crescita è scesa, è il caso (se non sbaglio) della Sardegna". Le Marche sono tra le regioni più digitalizzate insieme a Friuli-Venezia Giulia, Puglia ed Emilia-Romagna.
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