ROMA - Il punto nodale della riforma dei media della Santa Sede è il sistema informatico a supporto della produzione multimediale, ma i prodotti sul mercato sono "orientati al medium, mentre il cuore della nostra riforma del sistema comunicativo multilinguistico, multiculturale e multimediale necessita di un sistema integrato ma agnostico al medium. Quindi è stata presa la decisione di sviluppare internamente integrando le componenti web, audio, social, video, foto, agenzie e soprattutto il sottosistema di workflow management". Lo ha detto monsignor Dario Edoardo Viganò, prefetto della Segreteria per la Comunicazione della Santa Sede, intervenendo con un videomessaggio in apertura dell'HbbTv Symposium 2017 in corso a Roma.
Riprendendo le parole di Papa Francesco, Viganò ha evidenziato che la riforma del sistema comunicativo della Santa Sede "si deve fare con intelligenza, con mitezza, ma anche con un po' di buona violenza".
"Si tratta di imparare a costruire una nuova realtà in un contesto di convergenza digitale a partire da scenari assai differenti sia rispetto ai modelli produttivi sia rispetto alle modalità distributive", ha aggiunto Viganò. "Pensiamo ad esempio al quotidiano Osservatore Romano, testata di riferimento nei tempi in cui il giornale era la fonte di informazione ma che oggi non arriva a vendere mille copie in tutta Italia; oppure la Radio Vaticana, prezioso servizio durante i tempi oscuri del nazifascismo, della seconda guerra mondiale e della guerra fredda oggi di fatto costituita da un insieme di portali in lingua".
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